VIDEO | Domani sera calerà il sipario sulla XVI edizione della rassegna diretta da Antonietta Santacroce con il concerto del noto musicista. Un evento che si preannuncia straordinario
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Musicista posseduto dall’Alma Brasileira, Stefano Bollani non ha mai nascosto il suo grande amore per il Brasile. "Que bom", il suo nuovo album ne è la testimonianza. Accompagnato da una band composta da musicisti brasiliani, giovedì 8 novembre al Teatro Politeama di Catanzaro, sarà ospite dell’ultimo appuntamento del Festival d’Autunno, diretto da Antonietta Santacroce.
L'intervista a Bollani
Sono trascorsi dieci anni da “Carioca”. Cosa ti ha fatto “tornare” in Brasile? «In questi anni ho molto sentito la mancanza della musica brasiliana - rospinde Bollani - una sorta di “saudade” che mi ha spinto ad andare in Brasile per cercare gli stessi musicisti di “Carioca”, con l’aggiunta di un incredibile percussionista come Thiago da Serrinha. A quel punto incidere “Que bom” è stato naturale». Un quintetto che suona con te anche in concerto e in cui spicca la presenza di due percussionisti e un batterista. E proprio le percussioni caratterizzano “Que bom”. «E’ vero. Realizzando “Que bom” ho soddisfatto la mia voglia di comporre melodie su un tappeto di percussioni».
Il ritmo brasiliano
Suonare la propria musica con degli artisti brasiliani deve essere una esperienza unica. Come si sono approcciati alle tue composizioni “brasiliane”? «Non hanno avuto alcun tipo di problema. Fortunatamente non si sono mai posti il problema della provenienza dei brani». Quanto è cambiato il Brasile da “Carioca” in poi? «Il Brasile è un paese in continuo fermento e la musica viene favorita da questa situazione. Spesso lo identifichiamo con la bossa nova, ma c’è molto di più. Quello brasiliano è un universo musicale ancora tutto da scoprire».
Dal Brasile all'Argentina
Dal Brasile all’Argentina il passo è breve. Musicalmente parlando hai mai pensato di “cambiare” paese? «E’ una idea che da tempo ho in testa. In Argentina non c’è solo il tango, ma anche tanta altra musica e autori interessanti. Mi piacerebbe suonare lì con musicisti del posto e realizzare un progetto nuovo». L’attuale tour “Que bom” ti sta portando in giro per il mondo. Cosa significa per te confrontarsi con gente di tutte le latitudini? «E’ gratificante vedere ciò che la mia musica riesce a trasmettere in ogni concerto. Emozioni diverse e percezioni diverse da persone che, in alcuni casi, dopo vengono a riferirmi le loro sensazioni».
Conto alla rovescia per il concerto a Catanzaro
Giovedì sarai a Catanzaro. Il Festival d’Autunno quest’anno ha come tema l’Alma Brasileira. Oltre ai brani di “Que bom” cosa suonerai?
«Per me ogni concerto è diverso. Sarebbe noioso essere sempre uguali. Invito il pubblico a teatro lasciandosi trasportare dalle emozioni che la musica gli provoca, come succede a noi musicisti quando improvvisiamo». Un concerto già apprezzato da media e pubblico in tutte le date del tour che si preannuncia straordinario. Nella data di Catanzaro, unica per la Calabria, avremo la possibilità di ascoltare brani come Sbucata da una nuvola, Galapagos, La nebbia a Napoli, Il gabbiano ischitano, Nação oltre alla omonima Que bom e di ammirare il talento di un artista che tutto il mondo ci invidia.