VIDEO | In attesa che la pandemia permetta ai teatri di riaprire, l'associazione culturale di Soverato ha messo a punto una performance per portare l'attenzione sul disturbo dello spettro autistico: «Ci sembrava doveroso farlo»
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Si intitola “Quel blu dentro me” la performance teatrale che la compagnia dei Sognattori era pronta a portare in scena in occasione della giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo che si celebra ogni anno il 2 aprile ma che per via della pandemia è stata rinviata a data da destinarsi. Da sempre impegnata nel sociale, con spettacoli nelle case di cura, nelle carceri, nelle piazze e nei teatri calabresi, la compagnia di Soverato ha deciso ora di raccontare, attraverso una scenografia scarna e una colonna sonora intensa e avvolgente, una delle forme di disabilità più complesse e misteriose partendo dall’esperienza di una coppia che come tante deve fare i conti con la diagnosi di disturbo dello spettro autistico del figlio.
Un dovere morale
«Come Compagnia dei Sognattori non vogliamo lasciar passare inosservata questa data estremamente importante – spiega il regista Tonino Pittelli -. Non siamo medici o assistenti sociali, siamo un gruppo di attori e come tali possiamo certamente raccontare l’autismo e ci sembra doveroso farlo». Dunque il teatro si fa strumento diretto ed efficace di messaggi e riflessioni. È per questo che i Sognattori hanno deciso di entrare in un mondo, quello dell’autismo, fatto di ansie e speranze, di angosce e di slanci, un mondo ancora troppo ignorato.
La forza del teatro
«Il teatro ha dentro di sé una grande potenzialità, tocca corde emozionali lasciando segni profondi. E i nostri corpi si calano di volta in volta nei panni dei padri, delle madri, dei figli, indagano l’autismo. E se per il soggetto autistico si parla di lotta quotidiana di adattamento al mondo, essa si rivela ancor più dura per il genitore, mediatore instancabile tra due mondi che in questa fase di pandemia è ancora più solo. Abbiamo letto, studiato e toccato con mano quanto il mondo dell’autismo sia presente nella nostra società – prosegue Pittelli -, abbiamo scoperto l’esistenza di decine di associazioni che lavorano incessantemente per offrire soprattutto un po’ di amore a queste persone, ma anche i tanti ritardi e le tante mancanze che ancora oggi pesano su questi ragazzi e sulle loro famiglie, rendendo ancora più “in salita” la loro già difficile quotidianità. Abbiamo conosciuto un mondo nuovo e davanti a tutto questo ci siamo sentiti piccoli e in debito con questi ragazzi e con le loro famiglie. Questo spettacolo può servire a tutti, a chi soffre, alle famiglie, alla gente. L’obiettivo è divulgare, far conoscere. Non abbiamo altri scopi».
Conoscere per comprendere
Dunque si vuole fare un po' di luce sul mondo dell’autismo, un universo apparentemente imperscrutabile eppure così nitido per chi vuole guardarlo davvero. «Desideriamo farlo conoscere in tutte le sue sfaccettature – sottolineano gli attori Rosanna Basanisi, Rosanna Corradino, Salvatore Gualtieri -, perché conoscere vuol dire comprendere e se si comprende, si può amare di più». Lo spettacolo andrà in scena al teatro comunale di Soverato non appena le disposizioni anti-Covid lo permetteranno ma la compagnia è pronta a portarlo ovunque ce ne sarà bisogno: «Donare il nostro tempo per concetti importanti e in modo gratuito è la nostra filosofia quindi abbiamo scelto l’autismo proprio per metterci a servizio di chi soffre, come sempre».