Dopo la Croisette arriva Venezia per la Calabria del cinema, nell’anno del poker delle candidature dei film italiani (sono ben cinque), due opere hanno un forte legame con il territorio calabrese. Parliamo di “Freaks out”, per la regia di Gabriele Mainetti che dopo un lungo (e non poco travagliato) iter di post-produzione dovuto ai curatissimi effetti speciali che nell’opera abbondano, ha subito lo stop per la pandemia per un anno ancora. A settembre il film, girato per la maggior parte tra le montagne della Sila, finalmente debutterà in Laguna.

Il ritorno di Michelangelo

Anche il regista di origini calabresi, Michelangelo Frammartino, sarà in corsa con il suo attesissimo “Il buco” che a undici anni di distanza da “Le quattro volte” si cimenta con la storia di un gruppo di speleologi piemontesi. Il regista ha girato all’interno del Parco Nazionale del Pollino tra Calabria e Basilicata. «Ho deciso di raccontare la storia di un gruppo di speleologi che, in pieno boom economico, hanno deciso di scendere nel Sud ed immergersi nel buio di una grotta», raccontò il regista all’indomani della fine delle riprese nel 2019.

Un film - ha detto il direttore Alberto Barbera, direttore del Festival di Venezia presentandolo - che ha la purezza di un diamante. Le grotte costituiscono un fuori campo assoluto, anche perché la notte eterna che regna al loro interno sembrerebbe quanto di più ostile alla macchina da presa. Eppure, chi ama il cinema sa bene che il fuori campo, l’invisibile, rappresentano la sua “sostanza” più profonda». Il film vede nel cast Paolo Cossi, Jacopo Elia, Denise Trombin, Nicola Lanza.