VIDEO | A vent’anni dalla scomparsa del grande Fabrizio, il figlio Cristiano ne ripropone il repertorio con la rilettura dei brani che hanno fatto la storia della canzone italiana
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«Cerco di portare sul palco, la bellezza, l’arte, la poesia di mio padre e, da musicista, la mia musica». Così Cristiano De Andrè descrive il suo concerto dal titolo “De Andrè canta De Andrè” che si è tenuto al Teatro Politeama di Catanzaro, nell’ambito del Festival d’Autunno, ideato e diretto da Antonietta Santacroce.
Da anni Cristiano De André affianca alle proprie composizioni, il repertorio del padre che definisce "tachipirina per l’anima". In particolare, a venti anni dalla scomparsa di Fabrizio e a poco più di 50 anni dalle rivolte sociali del 1968, il figlio di Faber cerca di risvegliare le coscienze con la rilettura dei brani dell’album del 1973 "Storie di un impiegato".
Accompagnato da Davide Devito alla batteria, Davide Pezzin al basso, Osvaldo Di Dio alle chitarre e Riccardo Di Paola a tastiere e programmazioni, che hanno sostenuto con forza le nuove letture rock, Cristiano De André ha confermato di essere un polistrumentista e un raffinato musicista dalle indiscusse qualità tecniche e interpretative, accompagnandosi con la chitarra, le tastiere e al violino.
Nella prima parte, di rilievo le esecuzioni de "La bomba in testa", "Al ballo mascherato" e "Il bombarolo". Ma il brano che più ha emozionato è stata l’interpretazione intensa e sensibile di "Verranno a chiederti del nostro amore", per solo piano e voce.
Nella seconda parte, invece, in scaletta alcuni dei brani più significativi del songbook di Fabrizio come "La domenica delle salme", uno dei capolavori della discografia del padre, unitamente ad altri che hanno creato grande esaltazione come le celeberrime "Don Raffaé", "Quello che non ho" e "Fiume Sand Creek", salutata da un lungo applauso che ha “costretto” il cantante e la sua band a concedere due bis: "Creuza de mä" e "Il pescatore" premiati da una lunga standing ovation da parte del pubblico.
L'8 novembre appuntamento con Mogol
Venerdì 8 novembre, il Festival d’Autunno si concluderà con "Emozioni. Un itinerario tra le canzoni di Mogol e Battisti, con Mogol, Gianmarco Carroccia e orchestra". L’Autore più importante d’Italia racconterà il suo lungo e celebre sodalizio con Lucio Battisti a 20 anni dalla sua morte, svelando al pubblico aneddoti, curiosità e la genesi e la storia di canzoni intramontabili come Mi ritorni in mente, La Collina dei Ciliegi, Il mio canto libero e Il tempo di morire. Insieme a lui sul palcoscenico un’orchestra di 16 elementi e la presenza di Gianmarco Carroccia che interpreterà, in modo fedele all’originale, canzoni entrate di diritto nella storia della musica italiana.