La penultima serata del festival è quella in cui si sdogana il pianobar: il pubblico a casa fa ciò che gli pare ed i cantanti sul palco uguale. Amadeus incita la pista e se i club sono chiusi da due anni poco importa: all’Ariston piace la musica dance
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Il venerdì tanto la si butta in caciara. Per noi che viviamo il festival come una prova di sopravvivenza la serata pianobar è fondamentale perché si può tenere il televisore acceso e nel mentre fare ciò che più ci pare. Da un chiarimento con un ex a tinderare.
Pensa che bello un match nei ’90 con Grignani! Il ragazzo per cui abbiamo pianto a ricreazione in bagno ha riportato all’Ariston ciò che in questa cattività più c’era mancato: la voglia di fare brutto. Dopo tante vestali e ne usciremo migliori, finalmente uno che becchi a notte fonda al bancone e il barman vi omaggia due sciottini in cambio della grazia di smammare. Uno di noi.
Quanto ci sono mancate le discoteche? Fortuna c’ha pensato la balera Amedeus in dirittura di weekend a farci zompettare. Se con abito da crociera in sala o in pigiama a casa, giusto un particolare. Certo una parolina sui club chiusi e un settore fermo da due anni, almeno ieri, diamine, la poteva pure dire! Una lavata di faccia in extremis a tecnici, djs, localari. Tutta quella gentaglia senza live con il pile sul divano che ha avuto un tracollo tale da vedere in Dargen uno statista e in Morandi un rivoluzionario. Un pistolotto tra un Jovanotti in duetto e un Jovanotti special guest. Ma alla fine s’è capito s’era Sanremo o il villaggio Valtour?
A proposito, arrivati quasi al traguardo, c’è tuttora sfuggito un dilemma vitale: ma precisamente Orietta Berti e Rovazzi sulla barca che ci stanno a fare? Più che una nave di lusso, il cassonetto dell’indifferenziata dei festival passati. Una campagna sul riciclo perfetta a respingere al mittente illazioni sul greenwashing, Eni e rotture ambientaliste varie.
Fortuna che siamo disperati e a certe cose manco ci facciamo caso, sarebbe inquietante altrimenti. Inquietante come non distinguere più dove finisce il festival e inizia la pubblicità e come il colpo al cuore che ci prende quando non capiamo se il Papa andrà da Fazio e sarà il prossimo ospite internazionale.
Scommetto che Francesco Ana Mena la capisce. Il sentimento latino se non ce l’hai è impossibile da spiegare. Impossibile come la sfida badanti tra Ditonellapiaga e Irama o un altro venerdì a casa a commentare la tv invece di correre nel mondo a ballare.