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''Il Cosenza calcio senza la storia raccontata da Vincenzo d'Atri sarebbe come una notte senza luna e senza stelle''. Lo ha detto Maria Lucente, Vice presidente della Commissione cultura del Comune di Cosenza, nel tratteggiare la figura del giornalista Vincenzo d'Atri, a proposito del suo impegno e della sua passione per i colori rossoblu cui ha dedicato l'intera carriera giornalistica (tra i volti piu' popolari della Rai regionale) ma anche quella di narratore ineguagliato e, probabilmente, inarrivabile, delle gesta pedatorie della squadra della citta' dei Bruzi.
Ieri sera, lunedì 24 febbraio, Vincenzo d'Atri, decano dei giornalisti calabresi, e' stato festeggiato nel salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi, in occasione del centenario del Cosenza Calcio, dalla Commissione cultura presieduta da Claudio Nigro che gli ha assegnato un riconoscimento sia per la sua attivita' giornalistica che per essere stato autore dei volumi ''Cosenza, storia in rossoblu''' che documentano con dovizia di particolari tutta la storia del Cosenza Calcio, da quando vide la luce come Societa' Sportiva ''Fortitudo'', quando il rosso e il blu non avevano ancora fatto la loro comparsa sulle maglie dei calciatori che allora vestivano una casacca verde e azzurra. A festeggiare ieri il giornalista cosentino, ma di origine castrovillarese, anche l'Assessore allo sport del Comune di Cosenza Carmine Manna. Ma all'appuntamento non hanno voluto mancare anche la figlia di d'Atri, Gabriella, anche lei giornalista Rai, e la nipote Alessia. Tra gli amici, Padre Fedele Bisceglia, leader riconosciuto del tifo ultra' rossoblu. Nelle vesti di relatore della commissione cultura, il consigliere Mimmo Frammartino che, all'epoca della promozione del Cosenza in serie B, nel 1988, era Assessore allo sport. Per Frammartino ''Vincenzo d'Atri e' lo storiografo del Cosenza Calcio nel vero significato del termine. Visibilmente commosso, quando arriva il momento di dire la sua, Vincenzo d'Atri ha ringraziato la commissione cultura ''per la grande manifestazione di affetto'', ricordato il periodo in cui scrisse la sua storia in rossoblu, stimolato anche dal sindaco di allora Giacomo Mancini, ''che volle fortemente la pubblicazione dei due volumi'' e rimarcato che quello raccolto nei due libri sulla squadra di calcio della citta' ''e' un racconto senza fine, perche' senza fine e' il suo protagonista: il Cosenza''