VIDEO | Più che positivo l'esordio del regista calabrese Luigi Simone Veneziano. Il Musaba e i suoi colori hanno conquistato la platea del cinema Citrigno
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L’emozione è stata rotta sui titoli di coda, a margine di un lungo e scrosciante applauso. Il gradimento della platea del Cinema Citrigno di Cosenza è stato massimo, al punto che i presenti hanno voluto congratularsi di persona con Luigi Simone Veneziano. Standing ovation e strette di mano, pertanto, per “Il sogno di Jacob”, l’opera d’esordio del regista cosentino.
La prima del docufilm ispirato alla vita e le opere di Nik Spatari, il geniale artista fondatore, insieme alla moglie Hiske Maas, del MuSaBa, ha trasportato idealmente gli spettatori tra i boschi dell’Aspromonte. Il tripudio di colori utilizzati da un luogo unico, ricco di una magia ancestrale che guarda all’avvenire senza retorica, ha fatto innamorare l’autore della storia di Spatari al punto di farne un film.
A introdurre la proiezione è stata Francesca Florio, dell’associazione “Le Sei Sorelle” che ha prodotto il film, realizzato grande ai fondi Pac della Regione Calabria e alla Fondazione Carical, e che ha il patrocinio del Parco nazionale d’Aspromonte e della Calabria Film Commission, la cui assenza in sala dei rappresentanti del nuovo corso si è notata decisamente.
Quando le luci si sono abbassate, l’immaginazione ha lasciato spazio alle immagini e alle parole. Come quelle di Hiske Maas. «Noi siamo il presente e il futuro della Calabria» ha detto in un passaggio icnonico della pellicola. Il giornalista Alfonso Bombini, nel dialogo con il regista che ha preceduto la proiezione, ha voluto sottolineare proprio questo passaggio rivolgendosi all’autore. «Hiske ha ragione - ha detto Veneziano - il Musaba è parte del futuro culturale di questa regione, Nik l’ha modellato e ce lo ha lasciato, è la sua eredità artistica. Forse da queste parti siamo troppo abituati a guardarci indietro e trascuriamo quello che abbiamo sotto gli occhi. Il MuSaBa merita la massima attenzione».
«L’unico modo per raccontare il mondo del Musaba è entrare nella dimensione del sogno. Non a caso il nostro film prende il nome dall’opera più conosciuta di Spatari in cui egli stesso, da artista visionario, naviga in questo oceano di colori, di tridimensionalità, sospeso tra una dimensione ancestrale e una futura - ha detto la co-autrice del film, la scrittrice e giornalista Alessia Principe - Nik era un gigante, una persona straordinariamente forte e così è Hiske senza la quale questo capolavoro che abbiamo qui a due passi da noi, non esisterebbe. È insopportabile l’idea che si trascuri un posto come questo, chiunque abbia visitato il MuSaBa sa di cosa parlo quando dico che entrare lì dentro è come varcare un portale che trascina in un altrove magico. Ecco, credo non si debba far passare troppo tempo prima di decidere che questo bene va protetto, se non si difende un bene come il MuSaBa è inutile parlare d’altro».
«Voglio ringraziare Giuseppe Citrigno – ha detto il presidente dell’associazione “Le Sei Sorelle” Francesca Marchese – e lo faccio per due motivi: perché stasera ci ha ospitato qui nel suo cinema e perché, sebbene questa sia stata una produzione realizzata grazie a un bando del settore “Cultura”, quando lui era presidente della Calabria Film Commission ha tenuto molto a dare il patrocinio della Fondazione al nostro film, è stato un gesto di grande sensibilità e cura. E grazie anche a Giuliana Lanzillotta per essere stata al nostro fianco in questa sera che per noi è davvero speciale. Tengo a dire che il film è stato completamente sottotitolato per renderlo accessibile anche alle persone sorde, come lo era Nik».
Gli interventi della serata sono stati tradotti in simultanea tramite linguaggio Lis da Teresa Colonna, rappresentante dell’Ente nazionale Sordi. Parte dei proventi della serata andranno all’attivazione di un laboratorio per persone sorde a cura degli artisti Andrea Gallo e Beppe Stasi.