VIDEO | Si chiude la 23esima edizione della storica kermesse. Il direttore artistico Carlo Frascà: «Risultato importante, nonostante le limitazioni»
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Ingressi contingentati e prenotazioni online. Anche il Kaulonia Tarantella Festival si è dovuto adeguare alle norme anti-Covid non rinunciando tuttavia alla sua identità tra intrecci e contaminazioni musicali mirate alla crescita del concetto di musica popolare. La storica kermesse, giunta quest’anno alla XXIII edizione, è stata inserita tra le manifestazioni storicizzate del reggino e interamente finanziata dalla Città Metropolitana. Cinque serate nel cuore del centro storico dell’antica Castelvetere sotto il segno della resilienza.
«Abbiamo organizzato un festival con la consapevolezza di voler continuare una storia – ha espresso il direttore artistico Carlo Frascà - Sappiamo bene che questa piazza non è un teatro e quindi ha tutte le limitazioni imposte dalla pandemia. Gli organi di controllo ci hanno guidato a creare le condizioni giuste per la tutela degli spettatori». Sul palco alcuni pezzi da novanta della tradizione musicale calabrese e non solo, da Francesco Loccisano a Manuella Cricelli, passando per Mimmo Cavallaro e Peppe Voltarelli, vincitore del premio Tenco.
«Il nostro obiettivo era quello di non far morire la manifestazione – ha proseguito Frascà - la musica mancava da questa piazza da diverso tempo, l’abbiamo voluta riportare per poche persone fisiche, ma per tante che hanno seguito le serate in streaming sui social. Questo è un risultato importante per la vita e il futuro di questo festival».