VIDEO | Il messaggio alle istituzioni da parte di Rete cinema Calabria che raccoglie 35 tra autori, registi e creativi che lavorano nel territorio: «Più attenzione alle produzioni locali»
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Un po’ di attenzione in più per i professionisti dell’audiovisivo che operano sul territorio. È quello che chiedono 35 tra tecnici, creativi, organizzatori, registi e autori che fanno parte di Rete Cinema Calabria, un collettivo, nato qualche anno fa, per unire le esigenze e i bisogni di chi lavora in questa regione nel campo della Settima arte e che ora è completamente fermo a causa della pandemia.
«Da tempo chiediamo dei bandi con finestre certe che ci permettano di accedere a finanziamenti orientati a investire su aziende che sono nate e che operano in Calabria – dice Fabrizio Nucci, presidente di Rcc -. Ben vengano le produzioni nazionali, che contribuiscono senza dubbio a creare indotto, ma speriamo in una cura maggiore nei confronti di chi da tanti anni lavora qui, non senza difficoltà. In questo momento, in cui siamo costretti a uno stop forzato, vogliamo ripartire ma abbiamo bisogno degli strumenti per farlo».
Se qualche aiuto è arrivato nei mesi scorsi, anche dopo varie sollecitazioni, quello che chiedono i professionisti del settore è la possibilità di poter accedere a bandi dedicati alla produzione locale di documentari, lungometraggi e cortometraggi perché, chi sta cercando di crescere nel vivaio cinematografico regionale non potrebbe reggere la concorrenza di produzioni nazionali.
Questo prima che la crisi possa definitivamente battere l’ultimo ciak su un settore che rischia una prematura dissolvenza.