Per la realizzazione del progetto nella prossima primavera è impegnato l'attore Enzo Colacino, che veste i panni del popolare travestimento catanzarese di Giangurgolo
Tutti gli articoli di Spettacolo
PHOTO
A Catanzaro, nella prossima primavera, potrebbe svolgersi un raduno di maschere di Carnevale provenienti da tutta Italia, sulla falsariga delle analoghe manifestazioni che vengono organizzate, con enorme successo, in varie città come Parma, Modena e Verona. Un progetto per la realizzazione del quale sta lavorando l'attore Enzo Colacino, interprete della popolare maschera catanzarese di Giangurgolo.
Colacino è da molti anni impegnato a promuovere e fare conoscere Giangurgolo, insieme al musicista Alessio Bressi, nelle varie manifestazioni carnevalesche alle quali viene invitato con sempre maggiore frequenza, riscuotendo dappertutto consensi e grande successo. «Sto pensando - dice Colacino - ad una bella primavera per la nostra città, una primavera in maschera all'insegna della cultura e del divertimento».
L'idea è anche quella di organizzare una sfilata di personaggi carnevaleschi nel centro storico e nel quartiere Lido, creando anche un'occasione di promozione turistica e di sviluppo economico per la città, con la partecipazione di centinaia di persone e conseguenti benefici per il settore commerciale e per quello alberghiero, e non solo. È dal 2013 che Enzo Colacino, a costo anche di non pochi sacrifici personali e potendo contare su un vasto giro di conoscenze e sul prestigio personale che é riuscito a guadagnarsi un po' in tutta Italia (tra l'altro è componente del Direttivo del Centro coordinamento maschere italiane), porta avanti il suo impegno per fare conoscere Giangurgolo.
Un lavoro che sta producendo ottimi risultati sia all'esterno che nella nostra stessa città, con tante persone che stanno apprezzando sempre più la maschera catanzarese. «Ho saputo di un bambino - racconta Colacino - che ha detto alla mamma che non voleva più indossare, per Carnevale, gli abiti di Batman ma quelli di Giangurgolo». Quello stesso bambino, nei panni della maschera catanzarese, è andato poi allo stadio per assistere ad una partita del "suo" Catanzaro. Colacino parla anche del parroco di Satriano Marina, don Michele Fontana, suo amico, che ha organizzato una sfilata con la partecipazione di 56 bambini mascherati tutti da Giangurgolo.
Lo sforzo che Colacino sta portando avanti è di fare in modo che anche a Catanzaro il Carnevale diventi una manifestazione realmente popolare, così come avviene in particolare in alcune regioni del Nord Italia. «Ci sono Carnevali, come quello di Verona - dice l'attore catanzarese - che durano sei giorni. Le scuole chiudono ed il sindaco consegna le chiavi della città alla maschera che proprio di quella città è il simbolo carnevalesco. Mi piacerebbe molto che lo stesso potesse avvenire a Catanzaro». «Anche perché le manifestazioni di Carnevale - aggiunge Colacino - sono incontri di culture, scambi di esperienze e di tradizioni, un ponte che unisce le regioni e, in un certo senso, le affratella. Sarebbe bello se anche a Catanzaro, come avviene altrove, si creasse una sorta di alleanza tra pubblico e privato, un 'tessuto' di persone e di impegni, per valorizzare il più possibile il Carnevale».
In ogni caso il lavoro che Enzo Colacino sta facendo per promuovere la maschera di Giangurgolo e fare del Carnevale anche a Catanzaro una vera festa popolare sta producendo i suoi frutti. «Devo dire - dice l'attore - che sono soddisfatto perché negli ultimi tempi ho registrato un aumento di interesse per Giangurgolo anche da parte di semplici cittadini. E lo stesso sta avvenendo nel mondo della scuola. Sono stato in molti istituti vestito da Giangurgolo per promuovere la maschera e che l'accoglienza da parte dei bambini è stata molto festosa. Si sta creando un bel movimento positivo attorno a questa figura, che poi è una personaggio che è realmente esistito. Nacque infatti nel 1596, durante la dominazione spagnola, e la sua figura veniva utilizzata dal popolo per deridere il potere, facendone oggetto di scherno. Una sorta di innocente ribellione».