VIDEO | Il Monaco che vinse l'Apocalisse uscirà nelle sale nel 2024. Diretta dal regista Jordan River, la troupe ha girato alcune scene nell'insediamento rupestre del comune del Vibonese
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Il Monaco che vinse l’Apocalisse è il titolo della produzione cinematografica della Delta Pictures sulla vita di Gioacchino da Fiore, affidata al regista Jordan River.
Ambientazioni incontaminate
La troupe è in Calabria per girare alcune scene in luoghi suggestivi ed incontaminati, ideali per ricostruire gli ambienti del periodo medievale in cui visse l’abate di San Giovanni, originario di Celico e deceduto a Pietrafitta. Dalla Sila al versante jonico cosentino, alle cascate del fiume Rosa di San Sosti, nel fine settimana la carovana cinematografica è giunta nel vibonese, alle grotte di Zungri, per delle sequenze che hanno visto sul set anche due dei principali protagonisti, Francesco Turbanti, che interpreta proprio Gioacchino, e Bill Hutchens nei panni del cabalista ebreo incontrato dall’abate durante la traversata nel deserto lungo la strada per Gerusalemme. La produzione è sostenuta dalla Calabria Film Commission. L'uscita nelle sale è prevista per il 2024.
Produzione di livello
Oltre al cast, anche le maestranze sono di alto livello; il direttore della fotografia Gianni Mammolotti ha curato famose serie tv come Squadra Antimafia e Distretto di Polizia, ma anche pellicole di rilievo tra cui Karol, il Papa rimasto uomo, interpretato tra gli altri da Michele Placido. Nel 2018 è stato candidato al David di Donatello con Malarazza. Le scenografie poi sono di Davide De Stefano, apprezzato collaboratore di produzioni note come Tutte le donne della mia vita, con Luca Zingaretti e Vanessa Incontrada, Lezioni di Volo di Francesca Archibugi, ma soprattutto The Cursed Ones, colossal britannico per il quale De Stefano ha ricevuto la statuetta dell’Africa Movie Academy Awards.
Il sito di Zungri
L’insediamento rupestre di Zungri, trainato anche dai flussi turistici della costa degli Dei, è tra i più frequentati della Calabria. Quarantamila le visite nel 2019, prima della pandemia. Già diecimila i ticket staccati dalla scorsa primavera anche per l’accesso all’adiacente museo della civiltà contadina. L’area però non è ancora interamente fruibile: vi sono almeno un centinaio di grotte affacciate su un versante non agibile dove si rendono necessari interventi di ampliamento del sito. Anche su questo fronte lavorano il sindaco Francesco Galati e la direttrice dell’area Maria Caterina Pietropaolo. In tal senso era stato presentato pure un progetto nell’ambito dei Cis, che tuttavia non è stato inserito in graduatoria in posizione utile per essere finanziato.