Al teatro Politeama di Catanzaro si alza il sipario sulla XVI edizione della rassegna diretta da Antonietta Santacroce con il sold out per la graffiante Bertè
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Loredana Berté ha inaugurato la XVI edizione del Festival d’Autunno, ideato e diretto da Antonietta Santacroce, al tetaro Politeama di Catanzaro. Un delirio durato 120 minuti in cui la platea si è esaltata davanti ad un’artista che merita ancora oggi di essere l’unica e vera icona femminile del rock italiano. Accolta da una autentica ovazione la cantante ha voluto rendere omaggio inizialmente all’Alma brasileira del Festival. Jazz, una delle perle composte da Djavan e impreziosita dal testo in italiano di Ivano Fossati, ha immediatamente trasmesso una eccitazione allo stato puro durata per tutto il concerto e percepita dalla stessa Berté che ha ricambiato con una performance vigorosa e ricca di emozioni, nel giorno del suo compleanno che ha reso tutto ancora più magico.
Musica e ricordi
La rabbia interpretativa di Amici non ne ho ha mostrato rughe di un passato doloroso che, però, sembra ormai aver lasciato alle sue spalle. Loredana Berté è tornata ad essere quella che conoscevamo: un personaggio vero, uno di quelli che tutti vorremmo al nostro fianco come amica. E tra queste, da sempre al suo fianco, c’è Aida Cooper che esegue con grande trasporto E non finisce mica il cielo con il quale Mia Martini si aggiudicò il Premio della critica al Festival di Sanremo nel 1982. Il viscerale rapporto tra Loredana e Mimì è stato uno dei momenti più sentiti dell’intera serata. Coinvolta oltre ogni immaginazione, la Berté ha eseguito in maniera magistrale Padre davvero, storia del rapporto conflittuale avuto da entrambe le sorelle con il loro genitore. L’applauso tributatole giustificava la sua profonda commozione. Ma ogni brano è stato un fotogramma della sua vita, la stessa che ha voluto far scorrere sugli schermi situati alle sue spalle. Un passato da ricordare non solo con la musica ma anche attraverso l’uso delle immagini tratte dal suo repertorio in cui non sono mancate quelle della sorella Mia e di Bjorn Borg, tra gli altri.
Tra successi vecchi e nuovi
La Berté ha messo in mostra la solita voce graffiante rinchiusa nella sua rabbia e nel suo dolore ma anche nella gioia di trasmettere emozioni forti alla sua gente. Un timbro potente ed espressivo come nei migliori anni della sua vita che è stato sorretto da una band che ha espresso un suono rock “felicemente” aggressivo. Non un attimo di pausa e tanta nostalgia per brani che hanno segnato la sua carriera come Il mare d’inverno, È andata così, scritta per lei da Ligabue, Ragazzo mio, Dedicato, Non sono una signora e la conclusiva intramontabile Sei bellissima, con il coro dei fan che hanno cantato con lei. Un finale incandescente con Aida Cooper che l’ha sostituita nella lunga “coda” mentre lei si avvicinava al pubblico salutandolo con devozione. «Stasera non vi dico no!». Il boato è stato inevitabile. Il successo del momento Non ti dico no, quello che ha fatto ballare tutta l’estate ha scatenato il finimondo. Il Teatro è diventata un’arena. Una immagine incredibile vedere tutti ballare in piedi tra le poltrone e nei palchi. Supportata dai Boomdabash in video, la Bertè ha creato le premesse per la reggaeggiante E la luna bussò. Il delirio finale è giunto con In alto mare, un'esplosione liberatoria di energia.
Il Festival d’Autunno proseguirà con un imperdibile concerto di una delle icone della musica brasiliana: Toquinho. Espressione più pura e autentica della musica brasiliana ed autore di brani storici come La voglia, la pazzia, l’incoscienza e l’allegria, Senza Paura, Samba per Vinicius e Aquarello, ripercorrerà la storia della musica carioca giorno 6 ottobre nel Teatro Politeama di Catanzaro.