La critica elogia il cantautore cosentino a 20 giorni dall’inizio del Festival: «Bellissima ballad con dedica struggente alla figlia, è il migliore»
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Impressioni più che buone: Brunori Sas promosso a pieni voti nel preascolto riservato alla stampa nazionale. Il cantautore cosentino pare in grande spolvero e colleziona voti ben oltre la sufficienza.
Il Festival di Sanremo si avvicina e i giornalisti hanno avuto l’opportunità di ascoltare in anteprima i brani che saranno protagonisti della 75ª edizione, in programma dall’11 al 15 febbraio. Quest’anno, sotto la guida di Carlo Conti, che torna al timone del Festival dopo i cinque anni di Amadeus, la competizione vedrà sfidarsi 30 Big affiancati da 4 nuove proposte selezionate tramite Sanremo Giovani. L’edizione, stando alle prime impressioni, appare particolarmente orientata verso la sfera intima ed emotiva, con testi che esplorano sentimenti personali piuttosto che affrontare temi sociali o di attualità. «Non ci sono arrivate proposte che parlino della società», ha spiegato Conti, confermando che questa tendenza non è stata una scelta deliberata, ma il risultato delle candidature ricevute.
Tra le eccezioni, spiccano Rocco Hunt, che nel suo brano parla della nostalgia per la propria terra e del distacco da casa, e Willie Peyote, che porta un punto di vista più riflessivo. Tuttavia, queste canzoni rappresentano casi isolati in un panorama dominato da ballate emozionali e sonorità urban, spesso caratterizzate dalle “casse dritte”, elemento ormai consolidato per garantire il successo radiofonico.
Il rock, salvo rare eccezioni, è assente in questa edizione, ma non mancano brani capaci di distinguersi per originalità. Artisti come Brunori Sas, Lucio Corsi e Joan Thiele portano pezzi che riflettono la loro identità artistica, arricchendo il Festival con proposte meno convenzionali.
Come sempre, il primo ascolto dei brani, eseguito in rapida successione e accompagnato dalla lettura dei testi, non permette di cogliere tutte le sfumature. Tuttavia, emerge chiaramente un Festival che punta più sull’introspezione che sull’impegno sociale, in cui le emozioni degli artisti si riflettono direttamente nella musica.
Cosa dice la stampa di Brunori
«Un pezzo che conferma il talento cantautorale di Brunori. Testo raffinato, atmosfera evocativa, una delle canzoni che resteranno» (Luca Arnaù per LaCity Mag).
«Il rappresentante primo della quota cantautorale si stacca dal suo stile classico modernizzandolo con un brano che cresce man mano. Meno amarezza rispetto al passato, uno sguardo su padri e figli e sui sentimenti della vita adulta. Maturo». Voto 7. (La Repubblica)
«Negli ultimi dieci anni ci siamo chiesti, potremmo dire abbiamo desiderato, capire l’impatto di un pezzo di Brunori, alla Brunori, sul largo pubblico di Sanremo, anche solo per un fatto personale, egoistico: mostrare che anche una certa generazione può avere validissimi cantautori di riferimento. Bene, quest’anno scopriremo la verità, capiremo se le canzoni di Brunori SaS si piacciono come un vezzo da radical chic oppure effettivamente parliamo di uno che scriverà il suo nome nel gotha dei grandi cantautori. Il pezzo è una bellissima e sostanziosa ballad, Brunori SaS in purezza, nettamente superiore a tutte le altre canzoni in gara per composizione, poetica e spessore». Voto 8 1/2 (Open).
«Sono anni che si parla del cantautore calabrese a Sanremo, Amadeus ha provato a portarlo più volte, senza successo. Eppure parliamo forse di uno degli artisti più importanti di questi ultimi anni. All’Ariston porta una canzone sulla paternità (un’esplosione di paternità, in realtà), con la sua classe sopraffina, pescando a piene mani dal suo canzoniere – con un testo che riesce a trovare parole e immagini che non ci sembrano trite e sentite -, ma anche facendo riferimento a grandi classici (De Gregori?). Che bellezza sarà vederlo su quel palco» (FanPage).
«La moglie con gli “occhi di mamma”, la figlia che ha “cambiato l’architettura e le proporzioni del mio cuore”, la Calabria “terra crudele”. Alla fine il centro spirituale di un brano melodicamente degregoriano (con l’aria sognante di Sinigallia che produce) però è Brunori, le gioie e le insicurezze di essere diventato padre, la sua vita» Voto 8 (Corriere della Sera).
«Sfidiamo chiunque a chiudere gli occhi e non pensare che sia De Gregori a cantare nei primi 30 secondi del pezzo. Non che sia un insulto, tutt’altro. E infatti il pezzo di Dario è bello, bellissimo, come sempre. Con un grande ritornello e una struggente dedica alla figlia, a come una nascita possa cambiare un uomo fatto e finito. Un pezzo pieno di futuro che parla anche della sua terra: “Sono cresciuto in una terra crudele dove la neve si mescola al miele”. Pare fatto apposta per l’orchestra, anzi è fatto apposta per l’orchestra probabilmente». (Rockit)
«Una piccola poesia nel miglior stile di Brunori. Un cantautore da preservare – E nel mio cuore di padre il desiderio adesso è chiuso a chiave». (Il Fatto Quotidiano)
«Non sai neanche come succeda, ma il brano ti scava dentro, lasciandoti una dolce malinconia. Una poesia dedica alla figlia». Voto 8 (ANSA)