VIDEO | Si chiude la manifestazione al teatro Rendano con la consegna dei premi Federico II. Martone sul Sud: «Va raccontato con verità». Francesco Di Leva (David di Donatello): «Sarà l'anno della Calabria»
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Vestito delle luci blu e celesti, che ricamano gli archi all’ingresso, il teatro Rendano di Cosenza ieri ha accolto la serata conclusiva della settimana che la Primavera del cinema di Cosenza ha dedicato alla Settima Arte, bagnata nel glamour, quanto basta. «Una soddisfazione aver riacceso le luci del cinema in città» dice fiero Giuseppe Citrigno, patron della manifestazione, poco prima dell’apertura delle danze.
Gli ospiti, numerosi, da Roberto Andò accompagnato dalla figlia Giulia, a Roberto Verdelli, regista del documentario su Enzo Jannacci, a Mario Martone, Edoardo Leo, Francesco Di Leva e al regista calabrese Alessandro Grande, hanno attirato la curiosità della città in una notte ancora troppo estiva, che guarda indifferente i lampi che annunciano la pioggia sulle colline poco distanti.
Federica Cappelletti, vedova del campione Paolo Rossi, ringrazia, con un velo di tristezza, la città di Cosenza che ha reso il giorno del compleanno del calciatore, una ricorrenza meno malinconica. Sorridente, anche se abbacchiato dalla sconfitta sul campo del suo Palermo in casa proprio contro il Cosenza (vissuta in diretta venerdì nella città dei bruzi), è arrivato fra i primi, il simpaticissimo regista e attore Vittorio Pirrotta, al suo esordio al cinema con lo “Spaccaossa”.
Quasi tutti gli ospiti si sono concessi per foto e qualche pensiero. Tutti tranne l’attore romano Alessandro Borghi, che ha scelto a chi concedere interviste e a chi no e, marcato a uomo come neanche Baresi con Maradona dal suo agente e dalle guardie del corpo, ha infilato svelto la porticina che conduce direttamente alla prima fila del teatro. Noblesse oblige.
Mario Martone: «Il Sud è messo male, ma resisteremo»
Intelligente e pacato, Mario Martone, regista napoletano di film come “Qui rido io”, “Morte di un matematico napoletano” e di “Nostaglia”, ha parlato del Sud e della sua narrazione sullo schermo. Per lui il teatro è un luogo del cuore. «Torno qui al Rendano con un filo di emozione – ci dice -. Qui curai la regia di un “Don Giovanni” nella serata di riapertura del teatro, dopo alcuni lavori di restauro». All’autore, molto legato alla sua Napoli, chiediamo come si racconta questo meridione da luci e ombre, lui che è abituato ad amarla questa terra del Sud, ma senza paternalismi. «Il Sud va raccontato con grande sincerità e verità – dice -. Senza nascondere niente. Per tanti versi, è messo male e ne sapete qualcosa voi, qui in Calabria. Ma è un problema di tutto il Sud. Facendo cinema non si può tacere questa situazione, però è anche vero che proveremo a resistere». Il suo “Nostalgia” l’anno scorso fu il candidato italiano per le nomination agli Oscar, sorte toccata quest’anno a Matteo Garrone e al suo “Io, Capitano” così come annunciato dallo stesso regista romano qualche giorno fa dal palco del Citrigno.
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Francesco Di Leva: «Sarà l’anno della Calabria, preparatevi»
Allegro e per niente divo, nonostante la fama e il David di Donatello conquistato proprio qualche mese fa per “Nostalgia”, dopo qualche scatto con i fan, Francesco Di Leva, nome in ascesa del panorama cinematografico italiano, non ha dubbi: «Il prossimo sarà l’anno vostro, della Calabria. Non vi manca niente. Non voglio fare un discorso politico, ma credo che sia arrivato il momento di investire seriamente qui, di dare conto dei soldi che si mettono in Calabria. Il cinema è un’industria, non solo arte e basta». Da sempre impegnato a rendere migliore la vita nel suo quartiere, in cui abita ancora oggi, San Giovanni a Teduccio, zona est di Napoli, Di Leva da anni, insieme al gruppo Nest, tiene laboratori teatrali gratuiti per i ragazzi «il mio contributo per la città».
Edoardo Leo: «Bello ritrovarsi qui tra amici»
Saluti di rito e ringraziamenti dello stesso tenore, li lascia ai microfoni Edoardo Leo, non nuovo da queste parti, Una decina di anni fa fu ospite proprio della Primavera del cinema all’epoca dell’uscita di “Noi e la Giulia”. Adesso torna, con un carico di premi, esperienze come attore, ma anche come regista e con un esperimento alle spalle che ha attinto anche da Shakespeare e dal suo Otello. «Sono sempre contento di tornare qui, in manifestazione come questa organizzate sempre con grande passione. E poi è bello ritrovarsi qui con tanti colleghi e amici».
Lodo Guenzi su X-factor: «Esperienza per me tossica»
Lodo Guenzi, frontman dello Stato Sociale, ora anche attore, alla domanda su X-Factor, da poco ricominciato di cui fece parte in sostituzione (rocambolesca) di Asia Argento, risponde con una punta di amarezza. «Non per demeriti nei confronti di X-Factor – dice – ma adesso mi piace dedicarmi a cose meno mainstream. Credo che quell’esperienza mi abbia intossicato.
Tutti i premiati
Ecco tutti i premiati nella serata condotta da Rosa Cardillo e Massimo Proietto.
- Vincenzo Pirrotta – Regista di “Spaccaossa”
- Alessandro Grande - Regista calabrese ha ricevuto il Premio David di Donatello 2018 per “Bismillah”
- Lodo Guenzi - Premio Kinéo, come miglior attore non protagonista in “La quattordicesima domenica del tempo ordinario”
- Roberto Andò - Regista di “La Stranezza” / Miglior regia - David di Donatello 2023
- Giulia Andò - Attrice protagonista di “La Stranezza”
- Francesco Di Leva - Attore protagonista di “Nostalgia” / Migliore attore – David di Donatello 2023
- Edoardo Leo - Attore protagonista di “L’ordine del tempo”
- Mario Martone - Regista di “Nostalgia”
- Premio speciale per la comunicazione e il giornalismo sportivo al vicedirettore di Raisport, Marco Lollobrigida
- Premio Federico II anche a Federica Cappelletti
- Alessandro Borghi che ha ricevuto, oltre al Federico II, anche il “Premio Chicco d’oro” per il film “Le Otto Montagne”
- Andrea Belcastro per il cortometraggio "Lo Sport nazionale"