Un concerto insolito, tappa di un altrettanto inconsueto tour che lo sta portando nei maggiori teatri italiani, quello di Alessandro Mannarino, al Teatro Politeama. Organizzato in esclusiva regionale dalla Esse Emme Musica di Maurizio Senese, “L’impero crollerà” è la tranche teatrale di “Apriti cielo” che già tanto successo ha registrato nei mesi passati: un momento da molti definito “intimista”, una serie di esibizioni più raccolte, spesso in acustico, con un Mannarino in mezzo al palco, solo con la sua chitarra e pochi accompagnamenti, in alcuni momenti.

 

Ben diverso dalla festosità cui ci ha abituati, ma non per questo meno coinvolgente o meno Mannarino: lo sa bene il numeroso pubblico accorso per l’esibizione catanzarese del cantautore romano che ha snocciolato i brani del suo ultimo album, seguendo riflessioni più o meno personali sulle ingiustizie, sul riscatto, interagendo con il pubblico entusiasta, invitandolo a decidere insieme finanche un encore – “Bar della rabbia” ha vinto su “Maddalena” secondo un improvvisato applausometro -, ringraziando più volte i presenti. Se infatti l’impronta del concerto, come lui stesso ha spiegato prima di salutare i presenti, era quella più raffinata e introspettiva di sopra, per i saluti finali non poteva mancare un abbraccio collettivo, con i suoi brani più noti.

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E’ stato con la celebre “Me so ‘mbriacato” che il pubblico è stato chiamato dal romano a lasciare le poltrone e ballare fin sotto il palco, conducendolo a una chiusura come quelle cui Mannarino ha abituato tutti, in festa. Ad accompagnarlo anche sul palco del Teatro Politeama la consueta compagine di eccellenti musicisti, perfetti compagni di ventura del cantautore parso in forma perfetta, che nel corso del concerto ha voluto pure ricordare le sue origini calabresi. Grande soddisfazione per la serata e per la risposta del pubblico è stata espressa dall’organizzatore Senese che ha fatto notare come il pubblico pagante presente sia stato in piccolissima parte del capoluogo: «Abbiamo registrato un 78% di presenze da tutta la Calabria, un 8% di spettatori provenienti da fuori regione e solo il 14% da Catanzaro. Organizzare simili eventi – ha aggiunto - significa creare movimento, indotto, per le città che li ospitano, per questo diciamo sempre che abbiamo la cultura imprenditoriale di fare cultura».