Inserita tra gli appuntamenti della penultima giornata del Festival Leggere&Scrivere di Vibo Valentia, la presentazione del libro “Enzo Biagi. Lezioni di televisione” (Rai Eri, 2006), curato dal medico e saggista lametino Giandomenico Crapis, si è rivelata un’utile occasione per approfondire un aspetto della vita professionale del grande giornalista sconosciuto ai più: quello di critico televisivo.

 

Biagi curò infatti, dal ’56 in poi, in qualità di direttore del settimanale “Epoca”, una rubrica, intitolata appunto “Televisione”, in cui recensiva con le sue inarrivabili doti d’ironia e capacità d’analisi, i programmi, i personaggi e i costumi televisivi dell’epoca, proprio agli albori della nascita e della diffusione del mezzo.

 

Crapis, da studioso ed esperto di televisione, ha raccolto quegli scritti ripubblicandone una parte nel suo libro, dedicando poi la seconda sezione del volume ad un approfondimento sui temi oggetto della rubrica di Biagi e soprattutto sulla sua visione di giornalista e critico televisivo.

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Ne viene fuori uno spaccato della società dell’epoca, dei suoi vizi e delle sue virtù, della tendenza filogovernativa della Rai e delle manie censorie dei suoi dirigenti, nonché di un primo assaggio del ruolo che la televisione sarà destinata ad assumere nel tempo nella società italiana. Tutti aspetti che Biagi coglie e analizza con lucidità e disincanto, dimostrando una visione estremamente moderna e attuale. Tratto che lo accompagnerà anche nel successivo “salto” dalla carta stampa alla Tv fino alla sua estromissione nel 2002 dopo il famigerato “editto bulgaro”. Elementi abilmente sintetizzati nell’opera di Crapis, presentata ieri a Palazzo Gagliardi nel corso della conversazione con il condirettore del Tg di LaC News24, Stefano Mandarano.