«Mi chiamo Antonio e sono matto. Sono nato nel '54 e vivo qui da quando ero bambino. Credevo di parlare col demonio. Così mi hanno chiuso quarant'anni dentro a un manicomio. Ti scrivo questa lettera perché non so parlare. Perdona la calligrafia da prima elementare. E mi stupisco se provo ancora un'emozione. Ma la colpa è della mano che non smette di tremare».

Il tema delicato e doloroso della malattia mentale, della sofferenza stretta in quel mondo segreto e spesso silenzioso, era stato già esplorato e accarezzato dal talento e dalla sensibilità di Simone Cristicchi, tra i favoriti di questa 75^ edizione del festival di Sanremo con un'altra canzone di grande intensità emotiva “Quando sarai piccola”. Questa volta la malattia è quella di una madre. Questa volta il brano racconta la dolcezza sconfinata di un figlio che le resta accanto mentre scompare inesorabilmente consumata dall'Alzheimer.

Era il 2007 quando trionfava in occasione della 57^ edizione del festival con la canzone "Ti regalerò una rosa", aggiudicandosi anche il premio della Critica Mia Martini. Si era ispirato alle persone e alle storie che aveva conosciuto e ascoltato viaggiando in occasione della realizzazione di un documentario (“Dall'altra parte del cancello”) dedicato ai manicomi prima della legge Basaglia. Cuore di questo viaggio fu Girifalco, nel catanzarese, dove cominciò la storia dei manicomi calabresi nel 1878 e che, come quello di Reggio Calabria, chiuse svariati anni dopo il cosiddetto superamento disposto dalla suddetta legge.

Per questo nel 2013 ricevette proprio dal comune di Girifalco la cittadinanza onoraria.

In occasione di questa nuova kermesse sanremese, il comune di Girifalco sulla propria pagina facebook ha pubblicato un post di buon augurio rivolto non solo al suo cittadino onorario. «In bocca al lupo al cittadino onorario di Girifalco, Simone Cristicchi, da stasera in gara al 75° Festival di Sanremo con il brano "Quando sarai piccola". I Il festival della canzone italiana parla calabrese, anche, con l'artista cosentino Brunori Sas in gara con il brano "L'albero delle noci". Forza Calabria. Forza Simone! Evviva Girifalco!».

Quest'anno Simone Cristicchi è in gara con un altro brano di straordinaria profondità "Quando sarai piccola", già insignito del Premio Lunezia per il "valore emozionale" del tema «umanitario e familiare a cui non aveva pensato mai nessuno per una canzone, un’elaborazione emozionante tra passato e presente del sentimento figlio-madre». 

Il brano è ispirato alla storia di sua madre, colpita da un'emorragia cerebrale e improvvisamente diventata fragile e bisognosa di protezione. Come una bambina. Narra dello sconvolgimento che la malattia genera nelle famiglie e che può arrivare fino al ribaltamento dei genitori che diventano figli e viceversa.

«Quando sarai piccola ti aiuterò a capire chi sei, ti starò vicino come non ho fatto mai. Rallenteremo il passo se camminerò veloce, parlerò al posto tuo se ti si ferma la voce. Giocheremo a ricordare quanti figli hai, che sei nata il 20 marzo del ’46. Se ti chiederai il perché di quell’anello al dito, ti dirò di mio padre ovvero tuo marito. Ti insegnerò a stare in piedi da sola, a ritrovare la strada di casa. Ti ripeterò il mio nome mille volte perché tanto te lo scorderai».

Al di là delle reazioni che una canzone così dolceamara può destare, resta la struggente l’emozione di un dolcissimo canto del cigno che strappa lunghi e preziosi attimi alla memoria di una intera vita progressivamente rubata.

E la musica diventa quel vento che fa posare petali delicati sulla ferocia di un’assenza inarrestabile.