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Partiti i lavori della XXIII Giornata mondiale della libertà di stampa all'auditorium Nicola Calipari di Reggio Calabria. Ad introdurre i lavori il segretario aggiunto della Fnsi Carlo Parisi, il quale ha inteso ribadire l'importanza di questo evento in una terra, la Calabria, nella quale si registra un record di intimidazioni nei confronti dei giornalisti. Presente, al fianco dei vertici di Ordine e Sindacato, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Marco Minniti. Ai giornalisti hanno rivolto il loro saluto il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto e il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà. Il segretario Parisi ha quindi ringraziato i prefetti calabresi e le forze dell'ordine invitanole a colpire le aziende pirata che penalizzano l'editoria sana. Il prefetto di Reggio Calabria Claudio Sammartino, dal canto suo, ha inteso esprimere la sua gratitudine ai giornalisti calabresi definiti come "ottimi compagni di strada" e "alleati" di prefetti e forze dell'ordine specie nella lotta alla 'ndrangheta.
"Le classifiche vanno prese molto sul serio". Cosí il sottosegretario Minniti nel commentare l'ultima classifica di Reporter senza frontiere che vede l'Italia sprofondare al 77esimo posto. "Parlare di 'ndrangheta - ha aggiunto Minniti - è fondamentale se si vuole davvero lo sviluppo di questa terra e non è vero che chi ne parla non vuol bene alla Calabria".
"Voglio ringraziare la stragrande maggioranza dei colleghi della mia regione", queste le parole di Michele Albanese. "Vivo sotto scorta e ciò mi dà una notorietà di cui farei volentieri a meno - ha aggiunto Albanese - Vi abbraccio tutti. Io non sono un simbolo, sono solo uno di voi. Voglio solo essere corretto e responsabile, testimone della sofferenza che vivo per questo mestiere che è bellissimo e non può essere svilito". Albanese ha quindi ringraziato Ordine e Sindacato per la fondamentale opera che mira a tenere unita la categoria.
Dopo gli interventi di Giuseppe Soluri, presidente dell'Ordine della Calabria, e di Giuseppe Gulletta, per l'Inpgi, è intervenuto il segretario nazionale della Fnsi Raffaele Lorusso, che ha denunciato - senza alcun esercizio di retorica - una libertà di stampa perennemente sotto attacco. Lorusso ha ribadito la vicinanza della Fnsi a tutti i giornalisti anche come segnale di vicinanza ai cittadini che hanno diritto di essere informati.
"I casi come quello di Michele Albanese - ha detto Lorusso - spiegano come l'Italia sia in 77esima posizione nella classifica mondiale della libertà di stampa". E ancora: "Quella dei cronisti minacciati è una piaga sulla quale il governo deve fare di più. Altra piaga è quella delle querele e delle azioni giudiziarie pretestuose. È fondamentale intervenire anche su questo". Lorusso ha poi aspramente criticato l'intervista realizzata da Bruno Vespa a Salvo Riina. "Non è stato - ha detto - un esempio di buon giornalismo".
"Ciò che ci ha fatto scendere al 77esimo posto è il fatto che tanti colleghi oggi sono sotto scorta". Queste le parole del direttore generale della Fnsi Giancarlo Tartaglia che ha ricordato come la prima volta che fu redatta questa classifica l'Italia si collocò al 40esimo posto.
Di seguito la lettera inviata all'incontro di Reggio dal presidente dell'Ue Federazione internazionale di giornalisti:
Scrivo per conto della Federazione internazionale dei giornalisti, scusandomi di non essere con voi e congratulandomi con il vostro sindacato per l'organizzazione, a Reggio Calabria, di un incontro per commemorare la Giornata mondiale della libertà di stampa.
Oggi è il giorno in cui tutti i sindacati dei giornalisti riuniti nella Ifj celebrano, ovunque, i principi fondamentali della libertà di stampa, esaminano la libertà di stampa nel mondo, difendono i media dagli attacchi alla loro indipendenza e rendono omaggio ai giornalisti che hanno perso la vita nell'esercizio della loro professione.
In troppi luoghi in tutto il mondo, una stampa libera è sotto attacco da parte dei governi e dei nemici della libertà di stampa che vogliono evitare la verità.
Di conseguenza, i giornalisti vengono perseguitati o uccisi semplicemente perché fanno il loro lavoro e i media vengono censurati o, peggio, chiusi.
In molti paesi, le leggi continuano a criminalizzare la libertà di parola, soffocando la libertà di espressione. Nuovi ostacoli stanno emergendo, come ad esempio gli attacchi alle cosiddette "talpe", nuove leggi di sorveglianza, il monitoraggio e la sospensione dell'accesso a internet.
Oggi tutti noi rifletteremo, su scala globale, sulle violazioni della libertà dei media, e nel farlo avremo modo di onorare molti colleghi, alcuni più coraggiosi, che languono in carcere e, naturalmente, quelli che hanno pagato il prezzo più alto per aver acceso una torcia nei recessi oscuri della criminalità e della corruzione.
Ogni volta che un giornalista viene ucciso, un'altra finestra si chiude alla luce.
Ed è fondamentale continuare a ricordare al mondo il filo che unisce gli uomini e le donne di ambienti e Paesi diversi, con culture diverse, che sono morti, però, allo stesso modo per il giornalismo. Che cosa hanno in comune? Hanno creduto nello scopo e nella missione del giornalismo. Non si aspettavano di morire per questo.
Non dovremmo mai dimenticare la loro forte convinzione di "appartenere" ad una professione degna di onore, tesa alla verità e sostenuta da un senso del bene comune.
Siamo tutti ben consapevoli delle straordinarie campagne che la Fnsi ha sostenuto nel corso degli anni in difesa dei diritti sociali e professionali dei giornalisti italiani. In tutto ciò, molti dei nostri affiliati hanno combattuto spalla a spalla con la Fnsi in difesa del servizio pubblico radiotelevisivo e per un'informazione pluralistica, indipendente e improntata alla qualità.
Ci complimentiamo con il coraggio e la determinazione che i vostri membri dimostrano nella lotta per difendere i diritti dei giornalisti.
Siamo ben consapevoli che la nostra mobilitazione congiunta a sostegno del giornalismo sia fondamentale per tutti i vostri membri, impegnati nella prova di forza tesa a garantire condizioni di lavoro dignitose per i giornalisti.
Il vostro è un record storico che fa onore al giornalismo italiano. Vi posso assicurare che la Ifj e le sue affiliate in tutto il mondo continueranno a dare il loro pieno sostegno ai vostri membri nelle loro battaglie.
La Fnsi rappresenta, sotto molti aspetti, un modello del tipo di organizzazione che fa di un sindacato una forte "macchina da guerra".
Vi prego di trasmettere la mia personale solidarietà e i migliori auguri ai vostri delegati per una conferenza forte e fruttuosa.
Vostro nella solidarietà,
Jim Boumelha
Presidente Ifj