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L’albero della libertà fu uno dei tanti simboli della rivoluzione francese, esso venne simbolicamente innalzato nelle piazze delle principali città liberate dai regimi assolutistici e occupate dai francesi durante la fine del settecento.
Alcuni di essi vennero eretti anche in Italia, e l’olmo di Montepaone, risulta essere l’unico, ancora superstite sul territorio nazionale. L’albero venne piantato in seguito alla nascita della repubblica Partenopea, proclamata dai francesi e che sanciva la fine della dominazione borbonica.
Dopo pochi mesi però i borbonici ritornarono al potere dando vita ad una feroce repressione contro coloro che avevano appoggiato la repubblica, mietendo numerose vittime tra cui i cugini Luigi Russo e Gregorio Mattei, entrambi originari di Montepaone. Proprio dinnanzi la casa natale di quest’ultimo, l’olmo della libertà, alto e possente, si innalza.
Nel corso degli ultimi anni sono nate diverse iniziative volte a difenderlo, e alcuni studiosi dell'Istituto per la patologia degli alberi forestali di Firenze avevano avanzato l’idea di clonare l'albero per ottenere le medesime piante da distribuire in quei comuni in cui l’albero della libertà oggi non esiste più.
L’olmo oggi rappresenta un pezzo importante della storia di Montepaone e ricorda due “martiri” uccisi in nome della loro libertà.