Serata di omaggio questa sera a Lucio Dalla con i musicisti Sasà Calabrese e Daniele Moraca e l'attore Dario De Luca
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Ultimo atto del Waiting for Peperoncino Jazz Festival 2020 a Castrovillari, dove stasera andrà in scena il gran finale dei 22 appuntamenti musicali che hanno accompagnato l'estate toccando cinque province calabresi. Poi la rassegna itinerante organizzata da Sergio Gimigliano vivrà la sua edizione 2020 dal 18 al 27 dicembre prossimi nei più suggestivi beni culturali del centro storico di Cetraro.
Nel chiostro del Palazzo comunale di Castrovillari andrà in scena una avvincente produzione originale: un concerto/spettacolo (in musica e parole) dedicato all’indimenticabile Lucio Dalla a firma di Daniele Moraca (musicista e cantautore calabrese che ha portato la sua musica fino agli angoli più remoti del mondo), Sasà Calabrese (cantante e autore, musicista, poli-strumentista, collabora assiduamente con artisti del calibro di Mariella Nava, Anna Mazzamauro, Geoff Wesley, Gegè Telesforo) e Dario De Luca (regista, autore e attore teatrale, co-fondatore della pluripremiata compagnia teatrale Scena Verticale e vincitore anche personalmente di numerosi premi a livello nazionale).
Ideato e realizzato dai tre grandi artisti calabresi durante i mesi della pandemia (nato, proprio parafrasando liberamente una delle più belle canzoni del cantautore bolognese, per esorcizzare la paura del domani e per avere un pretesto per sentirsi uniti anche a distanza), questo spettacolo vuol essere un viaggio alla scoperta della musica, della profondità dei testi, dei significati nascosti nell’opera del grandissimo Lucio Dalla, protagonista importante della storia della musica italiana, non fosse altro perché è l’artista che, insieme a Roberto Vecchioni, «ha riflettuto di più sulla forma canzone - hanno spiegato gli artisti - e sulla sua funzione semiotica e comunicativa».
In una sua intervista al Corriere della Sera nel 2002, Dalla diceva «Tutti i testi delle mie canzoni sono sempre piccoli racconti, ipotesi di sceneggiature». Da questa consapevolezza, è nata l’idea di Moraca, De Luca e Calabrese di unire la forma canzone con la parola, con l’arte di teatralizzarla, cercando di creare uno spettacolo in cui le canzoni del genio bolognese arrivino sotto forma di racconto, un racconto orizzontale, come se fosse un film, come se fossero storie cucite a mano dalla musica.