Un buco di 33,5 milioni di euro. Un’enormità per una Azienda sanitaria che opera su un territorio di appena 150mila abitanti. Ma è questo il principale fardello finanziario che grava sull’Asp di Vibo. A rivelarlo è il nuovo commissario straordinario, Vittorio Piscitelli, che guida la triade commissariale che si è insediata dopo lo scioglimento per mafia del 27 settembre scorso.

«Abbiamo chiuso il bilancio con 33 milioni e mezzo di euro di deficit - dice -. È principalmente un deficit che deriva dalla riduzione dei finanziamenti regionali. Ma credo che i tagli fossero giustificati da manchevolezze dell’Asp. È una cosa sulla quale si sta lavorando, c'è un tavolo aperto con la Regione per trovare una soluzione». Non particolarmente avvezzo a telecamere e taccuini, Piscitelli accetta di incontrarci dopo l’eco scatenata dal caso sollevato da Il Vibonese: il “furto” della prenotazione per un esame diagnostico che un paziente oncologico di Soriano si è visto sottrarre dopo un anno e mezzo di attesa. Una volta arrivato il suo turno, in ospedale gli hanno detto che la prestazione risultava già erogata, probabilmente a favore di qualche «amico degli amici», ha aggiunto l’operatore del Cup. Una versione che l’Asp contesta.

«Non c’è stato alcun furto - taglia corto Piscitelli -. Abbiamo avviato un’indagine amministrativa che non è ancora conclusa, ma dalle prime risultanze emerge che si è trattato di un disguido informatico, come si dice, un bug. Neanche io ho ben capito come sia potuto accadere e aspetto di leggere il risultato di quest'indagine interna. Di certo, se c’era una prenotazione, questa va onorata».

E infatti, grazie anche al battage mediatico e alla reazione indignata degli utenti sui social, il paziente di Soriano è stato tempestivamente richiamato e ha potuto effettuare l’esame -, una gastroscopia - a pochi giorni dalla doccia fredda subita. Ma per un problema risolto, ce ne sono mille altri ben più gravosi per la funzionalità dell’Azienda sanitaria. «Un esempio su tutti – afferma Piscitelli -, basti pensare a quanto successo negli ultimi giorni con la scadenza dei 72 contratti di infermieri e operatori sanitari considerati in esubero dalla Regione, mentre i sindacati affermavano che c’è una grave carenza d’organico. Un’incongruenza causata dal fatto che i numeri delle prestazioni erogate dall’ospedale e trasmessi alla Regione probabilmente non coincidono con quelli effettivi. In altre parole, a ogni tot di prestazioni erogate corrisponde un certo fabbisogno di personale. Se i numeri non sono aggiornati scattano gli esuberi, perché il personale in servizio viene considerato in eccesso rispetto alle esigenze del nosocomio. La nostra “produzione”, insomma, non era correttamente rappresentata, spero non per negligenza ma per disfunzioni interne. Anche in questo caso abbiamo avviato una puntuale verifica e a giorni dovremmo sapere con certezza come stanno le cose».

Il caos amministrativo che la triade commissariale avrebbe trovato una volta insediatasi, è un tasto sul quale Piscitelli batte spesso nel corso dell’intervista. Eppure, prima di lui, al vertice dell’Asp c’era un altro commissario, Antonio Battistini, ex generale dell’esercito la cui azione è stata molto apprezzata dalle associazioni che a Vibo si battono per la sanità locale. Le stesse associazioni che oggi accusano il nuovo vertice di rallentare la realizzazione dei progetti messi in cantiere dal predecessore. «Non credo che si possa parlare di rallentamento - si schermisce Piscitelli -. Oggi ci muoviamo in un contesto molto disorganizzato, molto confusionario. Quando si entra in un ente sciolto per mafia la prima cosa con cui ci si scontra è il disordine amministrativo. Quello che abbiamo trovato, e che man a mano scopriamo, non ci consente di essere immediati. Cercheremo di portare avanti tutti i progetti ma dobbiamo trovare le soluzioni adeguate senza creare danni né all'azienda né a noi stessi, perché di queste cose potremmo essere chiamati a rispondere dalla Corte dei conti. Stiamo eliminando tanti sprechi, stiamo cercando di avere riduzioni sui contratti, sugli appalti, sui servizi. In altre parole stiamo eliminando quella “mala gestio” certificata anche dalla Commissione d'accesso».