Vibo Valentia, Piazza Luigi Razza. C’è attesa, nel rispetto delle distanze di sicurezza, davanti al laboratorio analisi privato. Un addetto monitora gli ingressi contingentati. All’interno si lavora alacremente. C’è chi è qui per un prelievo, chi – nei giorni della seconda ondata della pandemia - per un tampone.
«Questo è un test, fatto sempre con prelievo naso-faringeo – spiega il dottor Sergio Pacetti, titolare del laboratorio privato – che cerca un antigene proteico che appartiene a tutta la famiglia dei SarsCov, quindi non ci dice che sia proprio il Covid 19. La negatività quanto meno dà la certezza che il virus non c’è. In caso di positività bisogna ricorrere sempre al molecolare, ovvero il test che chiede “i documenti” al virus».

Tra chi accede, per effettuare il test, una donna. «Lo faccio per stare tranquilla – dice – per me e per i miei familiari». Perché non effettuare il normale tampone attraverso la sanità pubblica? «Non si sa se e quando ti chiamano e poi c’è da aspettare troppo. Qui invece 50 euro e ti levi il pensiero in qualche ora». Parcheggiato, nei pressi del laboratorio, anche un ragazzo che un test l’aveva effettuato sei giorni fa, in Germania, poi è arrivato in Sicilia e, adesso, nel Vibonese, sua provincia d’origine. «Lo faccio per scrupolo. L’ho fatto stamattina alle 8 ed entro le 14 mi danno i risultati. Veloce no?».

Già, veloce. Decisamente più veloce. Non è lo stesso tampone che effettua la sanità pubblica, ma dà un risultato che è significativo e, soprattutto, lo dà pressoché nell’immediato grazie all’efficienza del laboratorio privato. Ha, però, il suo costo. Al tempo della pandemia, pur di levarsi il pensiero e stare sereni in famiglia, lo si affronta volentieri. Ed è per questo che anche i privati sono sotto stress. Solo in questo laboratorio, uno dei dieci che in Calabria effettuano questo tipo di esame, si processano sessanta test antivirus al giorno. Sotto stress sì, ma la situazione appare comunque serena.

Dove si rischia una crisi di nervi è invece al drive in della sanità pubblica. Per il tampone che, per dirla col dottor Pacetti, «chiede “i documenti” al Covid 19».
Tre ore d’attesa, prescrizione medica in mano. Un serpentone di auto che si snoda fino al Palazzetto dello sport di Viale della Pace. È qui il presidio della sanità pubblica. Qualcuno di tanto in tanto sbrocca, ma la maggior parte delle persone, pur masticando amaro, resta in buon ordine. «È andata – commenta un uomo che ha appena effettuato il tampone – Ci sono volute tre ore ma è andata. Per stare tranquilli si fa questo e altro».


Tranquilli, sì, ma bisogna aspettare per l’esito, sperando sia negativo. E coi laboratori pubblici intasati ci vorranno giorni, quindi ben oltre le canoniche 48 ore. Nel frattempo tocca la quarantena.