4.692 interventi (226 in più rispetto al 2023): il numero dei trapianti di organo eseguiti in Italia non era mai stato così alto, e anche le donazioni hanno fatto registrare un considerevole incremento pari al 2,7%.

Il 2024 è stato un anno record: la certificazione giunge dal Rapporto sulle donazioni e i Trapianti in Italia, presentato nei giorni scorsi presso il ministero della Salute. Circa la metà dei trapianti (2.393) sono di rene (+6,6% rispetto al 2023); quelli di cuore 418 (+13). In aumento i trapianti di fegato (1.732), in lieve calo quelli di polmone, passati da 188 a 174. Stabili invece i trapianti di pancreas (36).

Trapianti di organo, i numeri della Calabria

Toscana, Emilia Romagna e Veneto sono le regioni che registrano il tasso di donazione più elevato. Nonostante il divario tra nord e sud del Paese rimanga ancora forte, il Rapporto sulle Donazioni e i Trapianti evidenzia qualche timido segnale di novità che riguarda le regioni del mezzogiorno. A spiccare è il dato della Sicilia dove, nel 2024, il tasso di donazioni è cresciuto del 5,7%. Segue la Campania (+3,1) e fa capolino la Calabria (+2,7%) che però, a livello nazionale, è la regione con il più alto tasso di opposizione (53,4). Questo significa che oltre la metà dei calabresi - il dato è riferito alle sale di rianimazione e alla richiesta di volontà - dichiara di essere contraria alla donazione degli organi.

Trapianto di rene, Zaza ai calabresi: «Iscrivetevi nelle liste dei donatori»

Nell’ambito dell’accordo siglato tra l’Università della Calabria e l’Azienda ospedaliera di Cosenza, Gianluigi Zaza ricopre il duplice ruolo di professore ordinario e direttore dell’unità operativa complessa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto dell’Annunziata. Partendo dai dati emersi dal Rapporto sulle Donazioni e i Trapianti in Italia, il primario Gianluigi Zaza analizza il contesto cosentino e regionale dove, al momento, l’unico trapianto eseguito è quello di rene. «Nel 2024 abbiamo effettuato presso l’ospedale di Cosenza soltanto quattordici interventi, perché il numero dei donatori è ancora molto basso. Soltanto promuovendo la cultura della donazione, riusciremo ad avvicinarci agli standard delle altre regioni».