VIDEO | Le associazioni di volontariato censurano gli atti deliberativi dell'Asp di Cosenza. Intanto il progetto di potenziamento è finito in un pantano, non ancora stilata la graduatoria. Chiesto il ritiro in autotutela
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Un altro ingranaggio nel meccanismo della “riformata” area dell’emergenza urgenza calabrese sembra essersi inceppato. Mentre si resta, infatti, in attesa della definizione di una graduatoria e della conseguente assegnazione delle postazioni territoriali agli enti del terzo settore, piovono ricorsi sul regolamento e sulla manifestazione d’interesse per indurre l’Asp di Cosenza al passo indietro, ovvero al ritiro in autotutela di entrambi gli atti deliberativi.
Il pantano dell'emergenza urgenza
Che il progetto di potenziamento dell’emergenza territoriale fosse finito nell’ennesimo pantano lo si era dedotto dal lungo tempo trascorso tra la manifestazione d’interesse e l’ancora mancante graduatoria volta ad individuare le associazioni di volontariato, cui affidare in convenzione la gestione di alcune postazioni territoriali.
L'esultanza dei sindaci
Almeno questa era l’idea prefigurata all’atto del varo della delibera con cui si individuavano, sull’intero territorio regionale, le postazioni di emergenza territoriale. Si era ad inizio anno, a febbraio, e il documento appena licenziato veniva salutato con grande esultanza da alcuni sindaci, seriamente convinti della possibilità di rimedicalizzare le postazioni sguarnite di personale o di ottenerne di nuove sul proprio territorio comunale.
Le postazioni Victor
Il progetto resta ancora in itinere. E non solo sul fronte del personale, tuttora insufficiente a garantire la piena funzionalità delle postazioni ma soprattutto sul versante delle novità introdotte nella delibera di inizio anno. Il documento prevede, infatti, «l’attivazione delle articolazioni territoriali di base di supporto al sistema 118 (MSB) affidate, previa le opportune procedure previste dalle normative vigenti, al terzo settore e denominate Victor».
In Calabria 62, h24
Attualmente presenti con tre postazioni h12 nella sola provincia di Cosenza, l’intenzione era quella di estenderne la configurazione a tutto il territorio calabrese attivandone h24 complessivamente 62: nella provincia di Cosenza 22, 5 nella provincia di Crotone, 11 a Catanzaro, 5 a Vibo Valentia e 19 a Reggio Calabria. Ma è a questo punto che inizia a profilarsi il pantano.
Il precoce regolamento
L’Asp di Cosenza, alle cui cure è stato affidato l’intero settore, già nel corso dell’anno precedente – a luglio 2023 – aveva approvato un regolamento per disciplinare le modalità di rimborso delle attività svolte dalle associazioni di volontariato assegnatarie delle postazioni territoriali per i servizi di trasporto e soccorso in emergenza. Ma è solo lo scorso giugno (2024) che effettivamente procede alla pubblicazione della manifestazione d’interesse per l’assegnazione delle postazioni. Quasi un anno dopo.
Il fuoco di fila dei ricorsi
Entrambi gli atti sono finiti oggi nel mirino delle associazioni del terzo settore che hanno depositato più ricorsi per ottenerne l’annullamento in autotutela. Le graduatorie non sono ancora state stilate e così nemmeno le assegnazioni ma gli enti del terzo settore già lamentano l’impossibilità a partecipare e, ancor meglio, a garantire il servizio alle condizioni poste dall’Asp di Cosenza.
Ritiro in autotutela
Innanzitutto, la manifestazione d’interesse non menziona in alcuna parte il regolamento – approvato l’anno prima – che dovrebbe disciplinare i rapporti tra le aziende sanitarie e le associazioni di volontariato chiamate a garantire il servizio d’emergenza nelle postazioni territoriali. Una circostanza che – per chi ne chiede il ritiro – comporterebbe l’illegittimità degli atti.
Mission impossible
Secondariamente, la manifestazione d’interesse non consente la massima partecipazione da parte delle associazioni. Ma ad essere maggiormente censurate sono le regole d’ingaggio che renderebbero difficoltosa o quasi impossibile la partecipazione. Il tetto massimo delle spese rendicontabili, il computo del chilometraggio e il limite imposto al personale – tre per postazione – non consentirebbe, infatti, lo svolgimento del servizio di emergenza.