I sindacalisti chiedono alla Regione un confronto aperto e costruttivo sulla riorganizzazione della sanità territoriale. «Il territorio è in perenne sofferenza, no a scelte miopi e scellerate»
Tutti gli articoli di Sanità
PHOTO
Anche Uil Calabria prende posizione sul paventato taglio delle guardie mediche previsto nel rinnovo dell'accordo integrativo regionale sottoscritto dal dipartimento Salute e Welfare della Regione Calabria e i sindacati dei medici. In una nota firmata dalla segretaria regionale, Mariaelena Senese, e dal segretario generale Uil Fpl Calabria, Walter Bloise, si pone l'accento sul rischio di «compromettere ulteriormente il già fragile sistema sanitario delle aree interne e di colpire duramente le fasce più deboli della nostra popolazione».
La riorganizzazione della sanità territoriale è già finita nel mirino di una trentina di sindaci della provincia di Catanzaro che hanno annunciato azioni eclatanti dopo il silenzio opposto dalla Cittadella alla richiesta di incontro inoltrato due settimane fa. A questo grido d'allarme si unisce oggi anche la Uil Calabria che rilancia: «Non possiamo accettare che decisioni di tale portata vengano prese senza un confronto con le parti sociali e senza considerare l’impatto devastante che avranno sui cittadini».
«I territori più isolati, che già soffrono di carenze infrastrutturali e di servizi essenziali, verrebbero privati di un presidio fondamentale per la tutela della salute pubblica. Gli anziani, le famiglie con bambini e coloro che vivono lontani dai centri urbani non possono essere abbandonati, né privati di assistenza medica nelle ore notturne o durante i fine settimana. Il tutto in una regione che è costretta a fare i conti con una medicina del territorio destrutturata, dove sono stati chiusi 18 ospedali, sono stati effettuati tagli lineari, è stato bloccato il turnover del personale medico e sanitario, non sono stati stabilizzati tutti i precari».
I due sindacalisti quindi riferiscono di una regione in cui «a fronte di una media nazionale di 2.140 euro, la spesa corrente più bassa in sanità si registra in Calabria con 1.748 euro. Ma non solo. La nostra regione è in perenne sofferenza per quanto riguarda la dotazione organica del sanitari, mancano i medici di famiglia e il dato è allarmante: in Calabria nel 2026 saranno 135 in meno. Nei fatti il deficit di medici di medicina generale si attesta ad oltre 3100 professionisti».
«Nel nostro territorio i medici mancanti – considerando tutte le specializzazioni – sono 2.500, mentre sono 450 le richieste di trasferimento all’estero. Chiediamo con forza alla Regione Calabria di attivarsi immediatamente per un confronto aperto e costruttivo, al fine di trovare soluzioni alternative che non penalizzino i cittadini. La tutela della salute è un diritto costituzionale che non può essere sacrificato sull’altare dei tagli e delle razionalizzazioni a tutti i costi».
La Uil Calabria e la Uil Fpl si dicono quindi «al fianco delle comunità più colpite da questo provvedimento e non esiterà a intraprendere tutte le azioni necessarie, sia a livello istituzionale che sindacale, per tutelare i diritti dei cittadini e per garantire che il sistema sanitario calabrese non crolli ulteriormente sotto il peso di scelte scellerate e miopi. La salute non è un lusso, è un diritto per tutti!»