A maggio andrà in pensione un medico, a giugno un altro. C’è chi nel frattempo frequenta il corso per medico di medicina generale perché all’ambulanza preferisce di gran lunga la scrivania. Non si arresta lo stillicidio nell’area dell’emergenza urgenza e gli avvisi pubblicati alla fine dello scorso anno dalla Cittadella confermano un trend in rapido peggioramento.

Saldo negativo

E la prospettiva non è affatto incoraggiante, a fare da contraltare alle assegnazioni delle zone carenti andate quasi completamente deserte c’è infatti una fisiologica fuga dalle postazioni territoriali d’emergenza che restituisce con costanza un saldo in negativo.

Appello social 

Lo ha ammesso il presidente della Regione che alla fine di novembre ha lanciato pure un appello rivolto ai medici di tutta Italia a pochi giorni dall’ennesima pubblicazione delle zone carenti. Sos camici bianchi in Calabria, questo il senso dell’invito social, per la copertura di oltre seicento postazioni tra continuità assistenziale e territoriale d’emergenza.

Medici cercasi

Una chiamata alle armi rimasta però inascoltata. Scarsa adesione si è registrata per la copertura delle ex guardie mediche notturne, divenute celebri - quelle calabresi - durante le festività natalizie anche oltreoceano per la provocatoria ordinanza emessa dal sindaco di Belcastro con cui si vieta ai cittadini di ammalarsi. Ancora peggio è andata con le postazioni territoriali d’emergenza: alla richiesta di 148 medici hanno risposto solo in 13, nella provincia di Catanzaro non un camice bianco in più sulle ambulanze che ormai viaggiano per la maggior parte dei turni demedicalizzate.

Una comoda scrivania

I 13 medici che hanno risposto positivamente all’avviso hanno infatti contestualmente fornito la propria adesione anche per la copertura delle zone carenti, bandite sempre dalla Regione, per le postazioni di medicina generale. L’attrattività delle ambulanze già ridotta ai minimi storici non può reggere il confronto con uno studio medico, peraltro molto meglio remunerato e per giunta senza il fastidio di continue aggressioni.

Esercito dimezzato

Così nella provincia di Catanzaro per l’ennesimo anno consecutivo i 43 incarichi messi a bando sono rimasti di nuovo vacanti. Le sorti delle undici postazioni territoriali non ancora demedicalizzate sono rette da altrettanti camici bianchi, la metà- secondo quanto certificano i dati – di quelli utili a far funzionare l’area dell’emergenza urgenza a pieno regime.

Avanguardia diradata

«Siamo sempre gli stessi» si sfoga qualcuno ma con il passare dei mesi le fila potrebbero ulteriormente assottigliarsi. In ordine sparso, nell’area del lametino e nell’area della presila catanzarese un altro paio di camici bianchi verranno meno prima dell’estate poiché vicini all’età della pensione.

Verso lo studio medico 

Qualcun altro già si è votato alla medicina generale e sogna il gran salto non appena concluso il corso. «Il problema è la prospettiva» si ragiona nell’avanguardia diradata dell’emergenza. «Qui un altro anno o due non resterà più nessuno». Pochi mesi all’arrivo dell’estate e c’è già chi giura che sarà senz’altro più dura della precedente.