L’Asp che aveva sospeso in anticipo la somministrazione del farmaco anglo-svedese ha ripreso la campagna vaccinale: «Nessuno viene rimandato a casa»
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Dopo lo stop forzato da parte dell’Asp di Reggio Calabria che, di fatto, ieri ha anticipato con largo anticipo le disposizioni nazionali, oggi è ripresa la campagna vaccinale. Ogni dubbio è stato sedato, soprattutto in relazione alle seconde dosi di chi aveva già effettuato la somministrazione di AstraZeneca. «Oggi a Reggio Calabria i richiami sono ripresi con Moderna e nessuno dei prenotati è stato mandato indietro – ci ha confermato il commissario dell’Asp Gianluigi Scaffidi - anzi stiamo lavorando per recuperare quelli che sono stati rimandati ieri in attesa delle indicazioni nazionali che stiamo già seguendo».
L’Asp segue la circolare ministeriale
Le perplessità dei cittadini che devono effettuare la seconda dose sono tante e legate, principalmente, alle informazioni contrastanti raccolte in questi mesi. Ma se alcuni esperti consigliano analisi approfondite prima di sottoporsi alla seconda dose o addirittura la sconsigliano, a Reggio ci si affida al parere del Comitato Tecnico scientifico. Inizialmente è stata esclusa la possibilità di mixare diverse dosi di vaccino tanto da generare allarme nei singoli casi in cui questa ipotesi è avvenuta. Oggi si procede, invece, a garantire l’immunizzazione come previsto dalla circolare che racchiude il parere del Cts dove si legge che «Alla luce di tali indicazioni il vaccino Vaxzevria viene somministrato solo a persone di età uguale o superiore ai 60 anni (ciclo completo). Per persone che hanno ricevuto la prima dose di tale vaccino e sono al di sotto dei 60 anni di età, il ciclo deve essere completato con una seconda dose di vaccino a mRNA (Comirnaty o Moderna), da somministrare ad una distanza di 8-12 settimane dalla prima dose».
Il parere del Cts sui richiami
Nel parere espresso dal Cts, tuttavia, si legge che «benché tutti gli studi registrativi per i vari vaccini siano stati condotti utilizzando due dosi dello stesso vaccino; non siano stati pubblicati, allo stato, studi che includono un elevato numero di soggetti e non siano disponibili studi randomizzati in cui il braccio di controllo è rappresentato da due somministrazioni del vaccino Vaxzevria – si può affermare, sulla base delle evidenze di cui si dispone, che la descritta vaccinazione “eterologa” trova un suo solido razionale immunologico e biologico e non appare essere sconsigliabile né sul fronte della sicurezza (reattogenicità), né su quello della immunogenicità. Infatti, i dati attualmente disponibili derivanti da studi condotti in diversi Paesi Europei indicano la capacità di questo approccio di indurre buona risposta anticorpale e un profilo di reattogenicità nel complesso accettabile e non dissimile da quello osservato somministrando due dosi dello stesso tipo di vaccino».