L’Asp di Cosenza ha programmato i lavori impegnando poco più di 1,6 milioni per l’adeguamento strutturale del quinto piano dell’ospedale che ospiterà il nuovo reparto di Ostetricia e ginecologia
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Dagli atti ai fatti, anche se con i tempi della politica – quella “buona” – che deve far decantare i processi in ambienti spesso allergici ai cambiamenti ed all’establishment della sanità.
È tempo di rivoluzioni nel sistema sanitario erogato nel nord-est calabrese. In attesa dell’ospedale della Sibaritide che – intoppi permettendo – sarà strutturalmente concluso entro il 2026 ma con l’incognita temporale relativa all’entrata in esercizio, l’Asp di Cosenza sta traducendo in fatti il decreto del commissario ad acta numero 78 del 2024 sulla riorganizzazione della rete ospedaliera calabrese.
In questo contesto lo spoke di Corigliano Rossano, con due presidi ospedalieri – il Giannettasio di Rossano e il Compagna di Corigliano – sarà oggetto di una nuova pianificazione, con le branche chirurgiche collocate a Rossano e quelle mediche a Corigliano.
In questa riorganizzazione finirà – tra gli altri reparti – anche l’Unità operativa complessa di Ostetricia e ginecologia col punto nascite, che farà ritorno al Giannettasio dopo essere stato trasferito da Rossano a Corigliano nel 2012, in tempi ante fusione, per i valzer imposti dalla politica del tempo – quella “cattiva” interessata più alle simpatie dei primari che al diritto alle cure – con buona pace di tutti.
Perché da settimane, sempre per questioni di campanili politici, l’argomento è diventato scottante. A poco sembra interessare, infatti, che un punto nascite deve essere prossimo al reparto di Chirurgia (diretto da poche settimane dal dottor Stefano Vaccarisi ed i cui lavori di adeguamento al terzo piano sono stati ultimati di recente) ed alla Rianimazione – entrambe in servizio a Rossano – e non a dieci chilometri di distanza.
Cosa dice il decreto del commissario ad acta
La riorganizzazione presentata dal commissario/governatore Occhiuto quest’anno, prevede – ma lo annunciavano già anche i precedenti dca di riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete dell’emergenza urgenza firmati dai suoi predecessori – «lo stabilimento di Rossano a vocazione chirurgica e lo stabilimento di Corigliano a vocazione medica. Si prevede inoltre – riporta testualmente il dca del 2024 – per lo stabilimento di Rossano, la collocazione e il potenziamento delle attività cardiologiche (Cardiologia e UTIC) con implementazione dell’attività di Elettrofisiologia e dell’attività di Emodinamica, anche ai fini dell’inserimento nella rete SCA, previa ricollocazione strutturale o, se precedente, riassetto organizzativo su base dipartimentale con l’Hub o con altro Spoke di riferimento. Nella prospettiva programmatica le scelte relative agli assetti organizzativi e delle specialità dei due stabilimenti dovranno assicurare sempre maggiore coerenza con la visione unitaria dell’Ospedale della Sibaritide». Fin qui i documenti ufficiali, insomma.
Cosa sta accadendo
E questo a seguito della richiesta presentata dal direttore sanitario dello spoke, Maria Bernardi.
L’Asp di Cosenza, dunque, ha deliberato di impegnare poco più di 1,62 milioni di euro per lavori che prevedono – tra l’altro – opere edili di demolizione e ricostruzione, pavimentazione e rivestimenti, rifacimento dei servizi, degli impianti e delle reti e della climatizzazione.
…e cosa accadrà
Alla nuova struttura complessa di Ostetricia e ginecologia, oggi diretta da un facente funzioni servirà, però, un nuovo primario dopo la quiescenza a marzo 2023 del dottor Gaetano Gigli.
L’Asp di Cosenza ha già bandito il concorso al quale hanno presentato domanda una decina di concorrenti. L’azienda sta organizzando la commissione ed entro l’anno potrebbe essere nominato il nuovo direttore.
Tutto questo, ovviamente, politica, status quo ed effetti collaterali della fusione permettendo.