L’ex presidio Pasteur di San Marco Argentano, che da 12 anni attende di essere convertito in Casa della Salute, adesso è stato inserito tra gli Ospedali di Comunità. Cittadinanza e comitati però non sono d’accordo e monta la protesta.
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La chiamano “golden hour”: sono i sessanta minuti successivi ad un trauma e rappresentano, in medicina d’urgenza, l’intervallo nel quale l’intervento tempestivo di un medico può contribuire ad evitare gravi conseguenze in seguito ad un trauma.
Ci sono zone della Calabria, però, all’interno delle quali quell’intervallo non è rispettato: una di queste è la Valle dell’Esaro, un tempo servita dall’ospedale di San Marco Argentano ed adesso al centro di una forte protesta da parte di cittadini e comitati. L’ex “Pasteur”, infatti, venne chiuso per decreto dall’allora commissario alla sanità Giuseppe Scopelliti e declassato a Casa della Salute: un progetto, però, che non ha mai visto la luce.
Diversi i milioni stanziati, tanti i piani ed i progetti per il nosocomio sammarchese ma un avvilente nulla di fatto: negli anni la struttura è stata progressivamente spolpata delle sue funzioni, la Casa della Salute non è mai partita e la Valle dell’Esaro ha vissuto anni bui e pesanti dal punto di vista del mantenimento dei LEA, i Livelli Essenziali di Assistenza. Attualmente, infatti è presente un punto di primo intervento, che non è assolutamente in grado di gestire acuti o gravi: a questo si aggiunge l’unica stazione SUEM del 118 del distretto, possiede una sola unità operativa ed è sollecitata per interventi in tutta la provincia.
Per questo motivo, il Comitato che si batte per la riapertura dell’ospedale e per il suo reinserimento nella rete per acuti ha lanciato una protesta, che corre sui social e nei passaparola, dagli schermi di Facebook e WhatsApp alla vita reale, con un hashtag crudo ed allo stesso tempo estremamente realista: “Senza pronto soccorso si muore”.
Diritto alla salute, tempi di arrivo in pronto soccorso superiori aun’ora
Per questo motivo, i casi di emergenza vengono gestiti presso gli ospedali Spoke e Hub della provincia di Cosenza, i cui tempi di arrivo però in Pronto soccorso sono spesso molto oltre i 60 minuti consigliati dalle procedure. In un documento consegnato ai sindaci del distretto, il Comitato ha elaborato i tempi entro i quali un paziente acuto arriva in uno dei pronto soccorso disponibili (Cosenza o Castrovillari) partendo dai comuni della zona. I tempi di percorrenza vanno dai 69 minuti per un centro come Fagnano Castello fino agli oltre 100 di San Donato di Ninea e Sant’Agata d’Esaro.
“Senza pronto soccorso si muore”: foto e video per l’ospedale di San Marco
Il governatore Occhiuto, nel suo piano organizzativo della sanità regionale che verrà presentato proprio oggi al Tavolo Adduce a Roma, la struttura di San Marco Argentano non risulta più tra le Case della Salute, ma è stato inserito tra gli ospedali di comunità. Se per alcuni questo è stato considerato come un importante traguardo raggiunto, il Comitato ha invece sin da subito mostrato pesanti perplessità per il livello di assistenza sanitaria che questa struttura garantirebbe al territorio.
Gli ospedali di comunità, infatti, non hanno al loro interno nessun presidio di pronto soccorso, nessuna possibilità di accogliere pazienti acuti o gravi: si tratta di strutture che permetteranno di alleggerire la pressione sugli ospedali per quanto riguarda pazienti a bassa intensità di cure, ma che non risolveranno il problema del rispetto dei LEA e dell’emergenza urgenza sul territorio. “I risultati principali – spiega il documento prodotto e consegnato ai sindaci – dei processi di chiusura del “Pasteur” sono stati l’incremento della mobilità sanitaria, con sovraccarico di utenza per le strutture spoke e hub, e nuovi ostacoli per l’accesso alla rete per il trattamento dei pazienti acuti. Le condizioni oro-geografiche della Valle dell’Esaro sono del tutto simili a quelle dei territori di Praia a Mare e Trebisacce. La precarietà delle reti di trasporto non assicura il raggiungimento di un Pronto Soccorso nei 60 minuti previsti dalla legge.16 Preso atto che la Regione Calabria è ben lontana dal raggiungere il limite massimo di 3,7 posti letto in media ogni 1.000 abitanti17 e constatata la grave inadeguatezza del sistema sanitario regionale – conclude il documento - il ripristino di un Ospedale di Base su questo territorio appare essenziale”.
Alla campagna hanno aderito finora centinaia di cittadini dei vari paesi della Valle dell’Esaro che hanno inviato le loro foto con l’hashtag #senzaprontosoccorsosimuore. Oggi si riunisce il tavolo Adduce e verrà presentato ufficialmente il nuovo volto della sanità calabrese: il presidente Occhiuto presenterà la proposta di riorganizzazione, le nuove strutture e il volto della sanità sul territorio. E se anche dovesse arrivare un esito sfavorevole, dal Comitato non hanno intenzione di mollare: “basta morti, la Valle dell’Esaro deve avere un pronto soccorso”.