Scatterà dal 28 dicembre il blocco delle attività ospedaliere al Sant’Anna Hospital di Catanzaro a causa di una grave crisi di liquidità. È quanto fanno sapere i vertici aziendali che in una comunicazione indirizzata al commissario alla sanità Guido Longo, al dirigente generale del dipartimento Tutela della salute della Regione Calabria Francesco Bevere, ai commissari straordinari dell’Asp di Catanzaro Luisa Latella, Franca Tancredi e Salvatore Gullì, ai direttori sanitario e amministrativo dell’Asp catanzarese Ilario Lazzaro e Francesco Marchitelli e per conoscenza al prefetto di Catanzaro Maria Teresa Cucinotta e al sindaco della città Sergio Abramo, spiegano che: «il portofolio aziendale ha al suo attivo circa 30 milioni di euro, bloccati in modalità irrituale e soggettiva dell’Asp di Catanzaro; siamo giunti ormai alla fine dell’anno senza aver sottoscritto il contratto 2020. A fronte di una produzione globale di 22.325.314 milioni di euro fino a tutt’oggi, di cui 10.7 milioni di euro già validati dal nucleo operativo di controllo Asp, al Sant’Anna non è stata ristorata alcuna fattura».

La richiesta di un tavolo tecnico

«Nonostante la richiesta reiterata d’apertura di un tavolo tecnico con il commissario dell’Asp – si legge ancora -, nonostante la domanda la diffida ai diversi organi istituzionali a voler indire una conferenza dei servizi, a tutt’oggi non abbiamo avuto alcuna risposta formale e istituzionale. Il mancato ristoro delle prestazioni effettuate nel 2020, fa sì che tutte le attività in materia sanitaria e tutte le altre attività estranee, seppur connesse  a quelle sanitarie, siano completamente messe in serio pericolo dalla mancanza di continuità aziendale. La mancata convergenza istituzionale è sicuramente imputabile anche al contesto pandemico. Certo suscita non poche perplessità l’assenza di risposta da parte del Commissario dell’Asp di Catanzaro e di tutti gli organi istituzionali».

L'intervento del consigliere regionale Pitaro

Sulla vicenda del Sant’Anna Hospital, che in Calabria rappresenta sicuramente un importante patrimonio culturale, scientifico e sanitario e che negli anni ha svolto un ruolo cruciale per arginare l’emorragia della migrazione sanitaria, è intervenuto più volte anche il consigliere regionale Francesco Pitaro che parla di «ingiustificata indifferenza verso la condizione di criticità finanziaria per via del blocco delle spettanze maturate contrattualmente da parte dell’Asp di Catanzaro, fatto che dovrebbe indurre a un sussulto di responsabilità».

«Un quadro disastroso»

«Dinanzi a una realtà di assoluta eccellenza cardiologica che nel rispetto dell’inchiesta giudiziaria Cuore Matto che deve fare il suo corso (condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura di Catanzaro, scattata lo scorso mese di ottobre che ipotizza falsificazioni di ricoveri in terapia intensiva per ottenere rimborsi dal Ssn), da mesi chiede un tavolo tecnico al commissario dell’Asp e dopo le mie sollecitazioni, rivolte anche al presidente della Regione, perché si trovi il modo di consentire al Sant’Anna di essere messa nelle condizioni di continuare ad erogare le prestazioni garantendo i livelli occupazionali (300 dipendenti), l’esito che si evince dalla comunicazione del presidente del consiglio d’amministrazione Giovanni Parisi e del direttore sanitario Soccorso Capomolla è semplicemente disastroso».

Rilanciare la sanità calabrese

«Ho provveduto a informare il presidente della Regione su quanto sta avvenendo – conclude Pitaro -, ma l’auspicio è che il nuovo commissario della sanità si occupi tempestivamente delle vicissitudini di questa struttura. Da quanto accadrà ad horas su questa emblematica vicenda capiremo se la sanità in Calabria vogliamo davvero rilanciarla parlando il linguaggio della verità, oppure se, finita l’attenzione nazionale, bisogna rassegnarsi all’indecisionismo, ai rinvii immotivati e alla fuga dalle responsabilità».

Possibile integrazione pubblico-privato

Intanto, da quanto si apprende, si ipotizza la possibilità di istituire un dipartimento transmurale pubblico-privato di cardiologia – cardiochirurgia – riabilitazione cardiologica integrando le prestazioni del presidio ospedaliero di Lamezia Terme con quelle del Sant’Anna Hospital di Catanzaro. Sul punto, l’associazione catanzarese “I quartieri” si chiede: «Perché deve morire fisicamente la realtà di Catanzaro del Sant’Anna Hospital in virtù di una prevista integrazione a Lamezia Terme? Come si pensa di attuare questo impossibile trasferimento di tecnologie, competenze ed esperienze, quasi fosse un pacco postale? Ma soprattutto quando costerebbe questo “trasloco” ai cittadini contribuenti»?