Il direttore generale dell’Azienda sanitaria: «Siamo riusciti a recuperare il gap esistente dal 2018 accelerando tutte le procedure. Adesso siamo in regola»
Tutti gli articoli di Sanità
PHOTO
Una ottantina di medici di Medicina generale, i cosiddetti “medici di famiglia”, prenderanno presto servizio nel territorio di Reggio Calabria e provincia. Nel frattempo, l’Ordine dei medici della provincia di Reggio Calabria e l’Azienda sanitaria provinciale hanno invitato i nuovi operatori ad un incontro informativo sulla Medicina generale, tenutosi nell’auditorium dello stesso Ordine. I dettagli sono contenuti in una nota stampa.
L'incontro formativo
«Sono gli ultimi medici di Medicina generale che abbiamo preso nell’anno appena trascorso – spiega Lucia Di Furia, direttore generale dell’Asp di Reggio Calabria - siamo riusciti a recuperare il gap esistente dal 2018 accelerando tutte le procedure e adesso siamo in regola: abbiamo preso tutti i medici che potevamo prendere. E l’incontro di oggi è servito per fare una sorta di patto di buona abilità medica. In particolare – continua la dottoressa Di Furia - si è parlato dell’importanza dell’appropriatezza prescrittiva. Vuol dire che quando un medico prescrive un farmaco deve rispettare certe regole e deve essere capace di dare al paziente il farmaco meno costoso perché questo libera risorse per tutti gli altri pazienti. Anche gli esami del sangue e quindi gli esami di diagnostica, devono essere prescritti quando c’è bisogno ed anche seguendo un percorso preciso che non si può saltare».
Collaborazione tra medici
Soddisfatto il dottore Pasquale Veneziano, presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Reggio Calabria. «Sono medici e degli odontoiatri che assumono un nuovo incarico e questo incontro è importante perché bisogna dare agli stessi delle linee d’indirizzo sulle prescrizioni- rimarca il presidente - oltre a definire il tipo di rapporto tra colleghi. Perché molte disfunzioni nascono, in genere, proprio dal fatto che un paziente viene rinviato da un medico allo specialista, e viceversa, oppure che si facciano delle prescrizioni ritenute poi non necessarie o addirittura richieste dagli stessi pazienti che, peraltro, non possono talvolta essere rilasciate dal medico. Occorre, quindi, una collaborazione continua tra i diversi sanitari proprio per non lasciare al paziente quella sorta di insicurezza che può danneggiarli sotto il profilo psicologico, dovendo gli stessi vagare tra le varie strutture sanitarie con una grave perdita di tempo. Bisogna, quindi, migliorare ulteriormente l’organizzazione della nostra sanità e in questo contesto un ruolo fondamentale lo assume il medico di medicina generale che fin dall’inizio dovrà pianificare assieme al paziente tutto il percorso che lo stesso dovrà seguire nella diagnostica e terapia della sua patologia».
La richiesta di medici di famiglia
«Aveva già iniziato questo percorso il dottore Gianluigi Scaffidi e poi portato avanti dalla dottoressa Di Furia – ricorda il dottore Francesco Biasi, consigliere dell’Ordine, nonché responsabile Commissione Ospedale – Territorio dello stesso Ente e neo segretario provinciale della Fimmg - concludendo a tal modo la procedura d’assegnazione di questi incarichi. Oggi, per la prima volta, possiamo dire che la provincia di Reggio si è allineata con le direttive della Regione Calabria anche se la richiesta di medici di famiglia rimane molto alta per diverse cause. Perché fare il medico massimalista, con circa millecinquecento pazienti, rimane sempre qualcosa di molto pesante e diversi medici dopo un po’ di tempo rinunciano. L’incontro informativo di oggi – continua Biasi – è servito a delineare lo stato dell’arte, la spesa farmaceutica, ciò che si può prescrivere o meno e, la cosa più importante, si è discusso sul fatto di educare il paziente all’utilizzo dei farmaci perché molte volte è lo stesso che richiede medicine spesso inutili».
Per il segretario dell’Ordine, dottore Vincenzo Nociti, è stato un incontro importante anche per i rapporti che si creano tra Medicina e paziente. «È fondamentale che i medici, oltre al proprio sapere scientifico ed abilità professionale, si sappiano interfacciare con i propri pazienti per quanto riguarda l’empatia. Oggi gli stessi vogliono essere attenzionati, quasi coccolati, ed i medici oggi devono avere questa sensibilità. È importante avere alla base una certa umanità perché senza di questa diventa una professione come le altre».