Ad insediamento ormai consumato resta ferma la volontà di non essere posti al confino, in una sede indesiderata già al predecessore Massimo Scura, e ancor di più ai nuovi titolari della sanità calabrese Saverio Cotticelli e Thomas Schael. Proprio questa circostanza era stata oggetto di una missiva vergata il 21 dicembre scorso dal sub commissario e recapitata negli uffici del dipartimento Tutela della Salute, dove negli ultimi anni si sono consumati i peggiori strappi e le migliori vendette contro un commissariamento mai fino in fondo accettato. E non è forse un dato secondario che le porte della "casa dei calabresi" sia stata preclusa proprio all'ormai ex commissario, Massimo Scura, relegato nella sede di Palazzo Alemanni da dove non ha mai potuto realmente porre un legittimo controllo sul dipartimento regionale nel corso degli anni depauperato e indebolito di funzionari tanto da rimanerne totalmente privo.

 

Il braccio operativo che avrebbe dovuto supportare l'azione di risanamento dei conti e la riorganizzazione dell'intero comparto sanitario lo scorso novembre risultava, infatti, privo dei dirigenti del settore afferente alle reti ospedaliere, agli affari generali, all’accreditamento, all’emergenza urgenza, al bilancio e all’ufficio convenzioni mentre il responsabile alla trasmissione dei flussi informativi risultava operare con un contratto part-time. Dal novembre scorso ad oggi ben poco è cambiato fatta salva la nomina del dirigente generale del dipartimento individuato in Antonio Belcastro, ex direttore generale del policlinico universitario Mater Domini. L'ex commissario Massimo Scura non ha mai fatto mistero di ritenere tale operazione di natura strettamente ostruzionistica e probabilmente da questa situazione discende la ferma volontà espressa dal sub commissario nella sua missiva di insediarsi sì ma nella sede della Regione e non a Palazzo Alemanni.


Eppure dal 21 dicembre ad oggi nessuno ufficio è stato ancora allestito alla Cittadella per supportare le attività di commissario e sub commissario e lo stesso Cotticelli interrogato sul punto non è sembrato affatto elusivo: «È una bella domanda» ha risposto al cronista appena giunto alla Regione aggiungendo poi «speriamo di lavorare qui». Tant'è che già nel pomeriggio il dirigente generale del dipartimento Antonio Belcastro, ha dovuto liberare in tutta fretta il suo ufficio, dove hanno trovato temporanea sistemazione i due commissari. Ma domani la questione, assieme alle altre, sarà riproposta direttamente al presidente della Regione, Mario Oliverio, nel corso della loro visita in programma a San Giovanni in Fiore.

 

Ma quello della sede e del rapporto da instaurare con una Regione che da sempre si professa contraria ad ogni forma di commissariamento non sarà l'unica grana che il tandem ministeriale si troverà ad affrontare da qui a breve. Sulla scrivania, ad attendere Cotticelli, vi sono report ben più scottanti e con ricadute ben più gravi per la salute e le tasche dei calabresi. Probabilmente il nuovo commissario non potrà far altro che ratificare il nuovo blocco delle assunzioni e l'incremento delle aliquote fiscali, dell'Irap e dell'addizionale regionale all'Irperf che saranno imposte con il nuovo tavolo di verifica interministeriale di primavera.


Invertire in pochi mesi la tendenza di un deficit che per l'advisor contabile si profila superiore ai 160 milioni di euro per il 2018 appare ormai impossibile. Il generale dei carabinieri sarà chiamato a breve a far fronte, insomma, ad una sanità dai conti ingestibili, al paradosso di aziende sanitarie sempre a corto di personale benchè nei bilanci la voce "spesa per il personale dipendente" sia la più corposa e ad una parziale ingessatura del bilancio regionale per effetto del blocco dei trasferimenti non obbligatori.

 

Luana Costa