Il deputato di L'alternativa c'è sull'ultimo rapporto della Corte dei Conti: «Si tratta di un autentico disastro. Ora chi ha sbagliato deve pagare di tasca propria»
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«È una vergogna». Esordisce così il deputato Francesco Sapia, di L’alternativa c'è riferendosi all’ultimo rapporto della Corte dei Conti che «certifica che in Calabria il Piano anti-Covid ha un ritardo mostruoso». Come spiegato nel dettaglio in un articolo pubblicato dalla nostra testata qualche giorno fa sono infatti realizzati 27 posti letto tra sub-intensiva e intensiva su 270 e nessun pronto soccorso su 18.
«Nel maggio 2020, il governo Conte aveva stanziato quasi un miliardo e mezzo per potenziare l'assistenza ospedaliera in tutta Italia, a fronte della richiesta di 711 milioni, da parte delle Regioni, per incrementare i posti letto disponibili nei reparti Covid. Ad oggi, la Calabria è riuscita ad attivare solo 16 posti di terapia intensiva sui 134 previsti e appena 11 posti di semintensiva. Inoltre la Calabria non è riuscita a portare a termine nessuno dei 18 progetti di adeguamento dei Pronto soccorso. Ancora, delle 9 nuove ambulanze acquistate ne sono arrivate solo 3».
«Si tratta – continua il deputato – di un autentico disastro. Se la Calabria avesse concretizzato, ci saremmo risparmiati anche i danni economici causati dalle chiusure, determinate dall'inadeguatezza dei servizi sanitari. Ricordo ancora le imbarazzanti dichiarazioni televisive dell'ex commissario Cotticelli sul Piano anti-Covid e rammento una mia interrogazione del 17 dicembre scorso, a seguito della quale il ministero della Salute precisò che il soggetto attuatore per le attività anti-Covid era lo stesso commissario alla Sanità regionale. Mi fa infuriare – conclude Sapia – che i sanitari calabresi abbiano dovuto fronteggiare il Covid senza mezzi e con turni massacranti, peraltro senza ricevere l'indennità prevista. Ora chi ha sbagliato deve pagare di tasca propria».