Aumenta il finanziamento destinato alla sanità calabrese ma parallelamente aumenta anche la mobilità passiva. È quanto emerge dai documenti approvati lo scorso novembre dalla Conferenza Stato-Regioni e poi ratificati dal Cipess che ha dato il via libera al riparto del fondo sanitario 2024. Rispetto al 2023 la Calabria porta a casa un considerevole aumento che sfiora i 100 milioni di euro ma al netto del tributo che annualmente paga alle altre regioni d’Italia per le prestazioni che i calabresi scelgono di eseguire fuori dai confini regionali.

Il riparto del fondo sanitario

Per il 2024 il Governo ha, infatti, assegnato alla Calabria quattro miliardi di euro (4.012.579.869, per l’esattezza) relativi al solo fondo indistinto ma una buona parte sono stati trattenuti alla fonte a saldo della mobilità passiva che lievita, rispetto al 2023, sfondando la quota dei 300 milioni di euro.

Al netto della mobilità

Nelle casse della Cittadella sono, quindi, confluiti tre miliardi e 700 milioni di euro (3.707.794.166), quasi 100 milioni (99.508.317) in più rispetto al 2023, quando il tasso di mobilità ha continuato a mantenersi elevato ma decisamente inferiore ai livelli registrati nel riparto sanitario dello scorso anno.

Conto salato

Il saldo di mobilità interregionale di cui si è tenuto conto nell’assegnazione dei fondi sanitari alla Calabria ammonta, infatti, a 304 milioni di euro, 52 milioni in più rispetto a quelli contabilizzati nel riparto 2023. A voler essere precisi, l’importo uscito fuori dai calcoli dei tecnici ministeriali era leggermente superiore.

C’è anche mobilità attiva

336 milioni di euro è quanto la Calabria, nei fatti, ha speso per far curare i propri cittadini in altre regioni d’Italia; cifra, in parte, compensata dalla mobilità attiva. Ovvero, le cure offerte dal sistema sanitario regionale a cittadini non residenti in Calabria. Si tratta di 31 milioni, poi sottratti dalla spesa complessiva che portano la Calabria, appunto, ad un saldo di 304 milioni.

Passato e futuro

Nel 2023 il valore della mobilità interregionale si è attestata su 252 milioni. Ma a partire dal prossimo anno il conto potrebbe diventare ancora più salato per le casse regionali, nel 2026 si inizieranno ad addebitare anche i costi della mobilità delle annualità precedenti, divenuti oggetto di una moratoria approvata per legge nel dicembre 2021.