Domani si riunisce il Tavolo Interministeriale di monitoraggio e Verifica sul debito sanitario della Calabria, semplicemente detto tavolo Adduce, dal nome della dirigente del MEF che lo presiede. C’è molta attesa intorno alle determinazioni di tale tavolo, anche in considerazione del clima ad alta tensione innescato dalle ultime prese di posizione del presidente della regione Calabria, Mario Oliverio, il quale in una recente manifestazione aveva minacciato di andare ad incatenarsi davanti a Palazzo Chigi se entro il 30 novembre, il governo non dovesse rimuovere l’attuale commissario calabrese per il rientro del debito l’ing. Massimo Scura.

 

Ad arroventare il clima già caldo, aveva contribuito anche una dura contrapposizione tra il Ministro della Salute e lo stesso Governatore della Regione. Il Ministro della Saluta Beatrice Lorenzin era stata secca, i Presidenti della Regione devono attenersi alle linee guida dettate dal Governo, per il resto, hanno tutti gli strumenti per attuare e rendere funzionali le politiche sanitarie, tra i quali i direttori generali di nomina regionale -aveva tuonato il Ministro-. “Il Ministro- aveva replicato Oliverio- farfuglia argomenti inesistenti per sfuggire alle proprie responsabilità”. Tuttavia al tavolo interministeriale più che gli argomenti di polemica politica conteranno i numeri e, almeno da quanto sembra, i numeri non sono proprio favorevoli alle tesi del Governatore.

 

Dalle indiscrezioni che trapelano, infatti, la prossima seduta del Tavolo non sarà una passeggiata per la Regione. I numeri consegnano una situazione al limite del disastro. Due dati per tutti: l’aumento del disavanzo che, a quanto si sostiene, in tre anni sarebbe passato da 30 milioni di euro a 140 milioni e la spesa della migrazione sanitaria che ormai sembra abbia raggiunto la stratosferica cifra di 300 milioni di euro. Se queste indiscrezioni dovessero essere confermate difficile che il governo possa prendere in considerazione il superamento dell’istituto del commissariamento per la Calabria. Prevedibile, tuttavia una nuova polemica su chi abbia prodotto questi numeri. Con la Regione che accuserà Scura e viceversa. Anche se, istituzionalmente al commissario è delegata la programmazione mentre in capo alla regione è demandata la Gestione. E tuttavia è un fatto che i LEA languono nelle AsP e, non si intravede nessun atto per comprendere il perché di questo immobilismo nelle aziende sanitarie. Tutto sembra avvolto dall’oblio. E parliamoci chiaro e al netto di qualsiasi retorica o strumentalizzazione politica, l’aumento degli stipendi del 20% dei direttori generali delle ASP, con una Sanità allo sfascio e ai limiti del collasso, suona come un’offesa non solo verso i calabresi ma verso tutti gli operatori del settore.

 

La soluzione adottata dal consiglio dei Ministri per la Campania dunque, e cioè quella di sostituire il commissario della Sanità con il Presidente De Luca, per la Calabria, invece, potrebbe rivelarsi una chimera, anzi, sono in molti a scommettere che con una radiografia finanziaria di questo tipo e, con un contesto politico e amministrativo altrettanto confuso, il commissariamento potrebbe perpetuarsi per almeno altri tre anni.

 

Pa.Mo.