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“Il dibattito in corso sul decreto commissariale di riordino della rete ospedaliera, sta ancora una volta dimostrando il limite della classe dirigente calabrese. Concentrare il ragionamento sulle mere rivendicazioni localistiche, per carità legittime e condivisibili, senza affrontare il vero tema della discussione, rappresentato dalla inadeguatezza dello stabile ricorso al commissariamento ad acta, rischia di diventare nell''interlocuzione ai vari livelli, non un punto di forza , ma una debolezza”.
Il consigliere regionale Mimmo Bevacqua a margine delle polemiche scaturite dalle ultime determinazioni del Commissario Scura, richiama l’attenzione sull’esigenza “ormai non più rinviabile, di ristabilire nella nostra Regione l'ordinarietà e processi democratici a fronte di gestioni commissariali per troppo tempo prorogate, facendo altresì rilevare che l'errore sta nel supporre che in una regione come la nostra, la soluzione sta nell'imporre il decisore democratico.
“Un’analisi serena sullo stato attuale – prosegue l’esponente del Pd – non può non partire dall’ ammissione che il Commissariamento, ovvero la gestione straordinaria con conseguente esautorazione dei poteri ordinari in capo agli organi legislativi ed esecutivi, si è reso necessario a causa proprio dell’assenza di direzione politico-amministrativa”.
“A distanza di oltre cinque anni, però i tempi sono maturi per avviare una verifica sulla possibilità , a mio avviso non più rinviabile – dice Bevacqua – di abbandonare la gestione commissariale e ripristinare il potere legislativo, di indirizzo politico e di programmazione in capo agli organismi costituzionalmente deputati e a ciò democraticamente eletti dal popolo”.
“Si tratta di testare la maturità e la competenza di una classe dirigente – ha aggiunto Bevacqua – che proprio sulle questioni più scottanti, che coincidono anche con i diritti irrinunciabile dei cittadini, quale quello alla salute, vuole misurarsi e metterci la faccia”.
“Al Consiglio regionale, quindi e solo ad esso, va ricondotto il ruolo di decidere l’impalcatura legislativa in grado di declinare al meglio il diritto alla salute dei calabresi e operare le scelte più appropriate alla domanda di servizi e presidi sanitari”.
“E’ una sfida, quella dei servizi sanitari che dobbiamo cogliere – ha proseguito l’esponente del Pd - perché alla politica spetta il compito di intercettare istanze dei cittadini e tradurle in proposte programmatiche, a fronte di decisioni asettiche e piegate alla fredda logica dei numeri che provengono dai Commissari ad acta”.
“Si tratta inoltre di restituire ai processi decisori, quell’umanizzazione indispensabile, a maggior ragione necessaria in un settore come quello della salute. Dovremo farlo – continua Bevacqua – compiendo lo sforzo di coinvolgere nei processi decisori i Sindaci, autentici traduttori della domanda di salute e interpreti delle difficoltà geo-morfologiche, spesso impossibili, che fanno di molti Comuni la più disagiata periferia, del tipo quella montana. Si tratta insomma di ricostituire la rete della solidarietà e tesorizzare i centri del sapere quali le università, le associazioni produttive e l’immenso e variegato mondo del terzo settore”.
“Sulla possibilità di proseguire il cammino sulle nostre gambe – ha concluso Bevacqua – si gioca il futuro della nostra Regione. E se tali considerazione che sommessamente ripropongo oggi, a distanza di oltre 6 mesi , fossero state fatte proprie dal Consiglio regionale forse avremmo evitato tutto ciò”.