VIDEO | Le 30 realtà associative: «Da anni assistiamo allo smantellamento del sistema sanitario e alla sua poca efficacia nelle situazioni emergenziali»
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«I cittadini crotonesi hanno gli stessi diritti, costituzionalmente riconosciuti, dei cittadini del resto del Paese e non devono essere costretti a ricorrere ad un giudice per essere tutelati». Si apre così un comunicato stampa di 30 associazioni del Crotonese che denunciano le criticità del sistema sanitario del territorio e si dicono pronte a «denunciare presso la Corte Internazionale di Strasburgo il mancato riconoscimento del diritto alla Salute, come violazione dei Diritti Umani». Le realtà associative firmatarie del documento evidenziano che da anni si assiste «allo smantellamento del sistema sanitario e alla sua poca efficacia nelle situazioni emergenziali».
«Constatiamo – si legge nella nota - l’assurda situazione del consultorio familiare, ubicato in periferia, in un luogo assolutamente inospitale per coloro che hanno necessità dei servizi offerti. In particolare l'ambulatorio di ginecologia, in cui si effettuano anche diagnosi di gravidanza, è situato in un archivio, deposito di materiale di ogni genere, non rispettando la dignità di chi vi si rivolge. Per non parlare del reparto di Ortopedia dove i pazienti sono costretti ad aspettare tempi biblici prima di poter essere visitati o sottoposti a intervento a causa del numero esiguo di personale».
«Ancora, emerge – scrivono le associazioni - la mancanza di volontà di rinnovare i protocolli di intesa con alcune associazioni che, con day hospital dedicati, davano opportunità, orgoglio e lustro alla sanità crotonese, evitando ai pazienti la migrazione sanitaria, proprio come nei nosocomi d’eccellenza nel resto del Paese. Invece, a causa dello scarso numero di medici in forze nei reparti, i pazienti, soprattutto quelli in età pediatrica, sono costretti ad effettuare persino i controlli routinari fuori provincia. Identica situazione quella del reparto di Neuropsichiatria Infantile, sprovvisto di degenza, come in tutta la Calabria, e senza figure professionali in numero adeguato: i professionisti in quiescenza non hanno mai avuto ricambio, tanto che si registra un reparto senza terapisti della neuropsicomotricità e un solo logopedista part time».
«Desta allarme la scelta, a nostro dire scellerata, della chiusura definitiva della Terapia Intensiva Neonatale, sempre a causa – sottolineano ancora - del solito approccio statistico manageriale per il quale, in base alle statistiche e ricerche effettuate sulla popolazione cittadina, si reputa non necessario un reparto simile. Noi vorremmo ricordare alla dirigenza Asp che Crotone è probabilmente la provincia italiana più isolata del Paese e che non è così semplice per una partoriente in urgenza raggiungere i vicini ospedali attrezzati di Tin».
«Queste – spiegano le associazioni - solo alcune delle criticità della sanità crotonese, non possiamo elencarle tutte. Da associazioni e operatori del settore sociale che quotidianamente toccano con mano i disagi di questa realtà, e soprattutto da cittadini, ci sentiamo fortemente svantaggiati nel nostro territorio, ritenendo di subire un'evidente violazione dei diritti, nella grave carenza di servizi essenziali al cittadino. Rivendichiamo una diversa impostazione nella sanità regionale, vorremmo una sanità di prossimità, che metta al centro il cittadino e non statistiche e conti, consentendo ai pazienti di essere gestiti in sicurezza, anche e soprattutto nelle emergenze».
«Infine, sottolineiamo la nostra perplessità e critica, nei confronti del governo cittadino che, anche in questa occasione, non riesce a tutelare il benessere dei suoi cittadini con la sua completa assenza e solidarietà. I cittadini crotonesi hanno gli stessi diritti, costituzionalmente riconosciuti, dei cittadini del resto del Paese e non devono essere costretti a ricorrere ad un giudice per essere tutelati. Facciamo presente, pertanto, che qualora non sia colta la volontà di avviare un dialogo per trovare risposte alle predette criticità nella sanita crotonese, saremo pronti a richiamare l'attenzione della popolazione cittadina tutta, di associazioni e famiglie, e denunciare presso la Corte Internazionale di Strasburgo il mancato riconoscimento del diritto alla Salute, come violazione dei Diritti Umani».