Ascolto, individuazione delle problematiche e sostegno pratico. Si snelliscono le pratiche di riconoscimento e di aiuto per gli studenti con disturbi specifici di apprendimento (dislessia, disgrazia, discalculia), frequentanti le scuole calabresi. Un progetto pilota che vede insieme Regione Calabria, Asp e scuole e che è stato raccontato stamattina all'auditorium dell’Ordine dei medici chirurghi e Odontoiatri di Reggio Calabria.

È solo il primo degli incontri decentrati che interesseranno tutte le province della Calabria e il cui obiettivo sarà quello di informare nuovamente e di sensibilizzare il personale scolastico sul progetto pilota “Interventi per l'individuazione precoce e la presa in carico degli alunni con disturbi specifici di apprendimento (Dsa) degli istituti scolastici della Regione Calabria, finanziato dalla Regione e coordinato dai Dipartimenti Istruzione e Tutela della Salute assessorato all’istruzione, d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale”. Presente il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale della Calabria, Antonella Iunti.

Presenti anche i dirigenti scolastici, i referenti Dsa di tutte le istituzioni scolastiche della Città Metropolitana di Reggio, con l'apertura alle famiglie e alle associazioni di categoria. Per la vicepresidente con delega al ramo, Giusi Princi: «È un progetto pilota nazionale di individuazione precoce dei disturbi specifici di apprendimento nelle istituzioni scolastiche, attivando delle equipe dedicate: sono state 17 equipe (composte da psicologi, logopedisti e neuropsichiatri infantili) infatti e abbia avuto 74 nuove assunzioni perché quest'estate quando abbiamo sbloccato i concorsi».

36 milioni di euro per il progetto pilota

Gli stanziamenti sono di 1.500.000 euro in una prima fase, a cui da gennaio si aggiungeranno 36 per le equipe a supporto delle istituzioni scolastiche. «Laddove – aggiunge Princi - i docenti ravvisino dei ragazzini che abbiano determinati disturbi, immediatamente contattano gli esperti che saranno al servizio delle istituzioni scolastiche,  nella fase tanto della diagnosi quanto della certificazione del disturbo. Accompagneranno i docenti nella predisposizione del piano didattico personalizzato con le strategie compensative a supporto dei ragazzini con i bisogni specifici di apprendimento. Per la Regione è un grande traguardo, fino a ottobre, il mese in cui abbiamo attivato il servizio e l'organico delle Asp era sottodimensionato quindi le famiglie per avere la certificazione del disturbo dovevano ricorrere ai privati con un costo non indifferente di quasi 800 euro a certificato».

Modello di risposta assistenziale

Come spiegato dal direttore generale dell’Azienda provinciale di Reggio Calabria, Lucia Di Furia: «Nel progetto pilota della Regione, noi come azienda abbiamo colto l'occasione immediatamente, nell'interesse dei cittadini, in questo caso di bambini e di giovani. È un momento in cui l'Asp lavora con le scuole. I disturbi specifici dell'apprendimento – aggiunge Di Furia - rappresentano circa il 5% della popolazione scolastica, quindi relazioni specifiche non ci sono e anche questa esperienza ci aiuterà a capire qual è veramente il bisogno perché ci sarà la possibilità di raccoglierlo questo bisogno».

Nei momenti di stringente attualità in cui si parla di disagio, anche legato alle violenze di genere, il direttore precisa: «I disturbi dell'apprendimento causano anche dei sentimenti emotivi di difficoltà per i ragazzini e si introiettano spesso delle inadeguatezze e quindi per la presa in carico in via indiretta potrebbe anche migliorare poi il comportamento e quindi portarli a un comportamento maturo da un punto di vista emotivo, non sentendosi colpevoli per qualcosa di cui non sono colpevoli».

«Una tematica importante - aggiunge Giuseppe Zampogna, vicepresidente dell'Ordine dei medici di Reggio -  perchè riguarda i soggetti fragili che sono rappresentati dai bambini, a cui bisogna prestare la massima attenzione. I disturbi specifici dell'apprendimento tante volte sono sottovalutati o misconosciuti, ci sono tanti bambini che insofferenza con delle problematiche soprattutto nel periodo post Covid. La branca che bisogna sviluppare molto è la neuropsichiatria infantile, questi bambini devono essere presi per mano con una formazione specifica rivolta in primis alle famiglie che sono gli attori fondamentali e dopo la preparazione fondamentale dei medici che devono lavorare in rete con psichiatri e psicologi. Così si ottengono risultati».