VIDEO | Il primario Filippo Bova: «La pandemia ha influenzato negativamente l’attività del mio reparto anche perché per mesi siamo stati privati delle sale endoscopiche, dei locali che sono stati convertiti in sale Covid, abbiamo dovuto lavorare nel blocco operatorio con notevoli difficoltà»
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«Sono circa 20 anni che aspettiamo per l’attivazione di questi posti letto e finalmente ci siamo riusciti». Queste le parole del primario del Gom Filippo Bova che evidenzia un’attesa lunga per la provincia reggina che conta una sola unità operativa complessa di gastroenterologia per oltre 500mila abitanti messa a dura prova dalla pandemia.
«La pandemia ha influenzato negativamente l’attività del mio reparto – onferma il primario – anche perché per lunghi mesi siamo stati privati delle nostre sale endoscopiche, dei nostri locali che sono stati convertiti in sale covid, per cui abbiamo dovuto lavorare nel blocco operatorio con notevoli difficoltà. In medicina alla normalità è l’eccellenza per cui noi perseguiamo questo risultato e questo obiettivo». Un traguardo importante che si scontra con la cronica carenza di personale, infatti, il reparto vedrà impegnati 6 medici, 12 infermieri e 4 operatori socio sanitari.
«L’attivazione dei posti di degenza in questo reparto è la prima volta nella storia dell’ospedale – ha dichiarato il direttore sanitario Salvatore Costarella – come era previsto dal Dca autorizzativo della regione ma va considerato che continueremo ad operare anche su altri 12 posti letto che sono presenti all’interno dell’azienda. Stiamo aprendo il reparto in un momento di grandissima difficoltà per il nostro ospedale che è legata proprio al covid, questo proprio per sottolineare il fatto che la nostra azienda intende dare risposte e cittadini. Abbiamo potuto aprire questa nuova realtà perchè abbiamo assunto ultimamente 28 infermieri e altri 20 li stiamo assumendo con lo scorrimento e questo sempre sul turn-over. Siamo sempre in una situazione di sofferenza per quanto riguarda l’organico che non è al massimo, questo bisogna dirlo e va riconosciuto, anche per quanto l’organico medico».