Paziente costretta a rinunciare agli esami per l’eccessiva distanza. Sui social anche il caso denunciato dall’ex consigliere regionale Di Natale: «A un ragazzo di Paola visita fissata in tempi record dopo giorni di tentativi inutili, ma aveva solo mezz’ora per arrivare a Corigliano». Fiorisce l’ironia sul ricorso ai privati: «Con 259 euro passa la paura»
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La radiografia al ginocchio destro prenotata all’ospedale di Praia a Mare, quella al ginocchio sinistro il giorno dopo a Castrovillari. Stessa persona, due esami diversi da effettuare a 80 chilometri di distanza e oltre un’ora di tragitto in auto. In realtà il disagio sarebbe stato anche peggio perché la paziente vive a Paola e avrebbe dovuto affrontare due viaggi distinti dalla propria città di residenza: il primo verso Praia a Mare (andata e ritorno: 140 chilometri e circa 2 ore e 30 minuti), il secondo a Castrovillari (180 chilometri per andare e tornare in circa 2 ore e mezza). Due giorni da globetrotter con le ginocchia malandate.
Questo perché una sanità che chiede ai cittadini di essere molto flessibili e tolleranti si rivela invece molto rigida quando ci sarebbe da tendere loro la mano. La signora, contattata da LaC News24, spiega di aver dovuto ricorrere a due diverse impegnative per i controlli e di essersi rivolta al Cup dell’ospedale di Paola per trovare la soluzione migliore: unica possibilità offerta, quella di effettuare gli esami alle ginocchia in due strutture pubbliche diverse. Ha, poi, provato a contattare i singoli ospedali per chiedere se si potesse evitare almeno uno dei due viaggi: niente da fare, da entrambi è arrivato un secco no. «A quel punto ho dovuto rinunciare alle radiografie, sia per la distanza che la spesa».
Che il tema delle liste d’attesa sia, in Calabria, un nervo scoperto è un fatto assodato. LaC News24 ha raccontato nei giorni scorsi distorsioni e tempi, spesso biblici, di un sistema in perenne emergenza. A partire dall’Asp Vibo Valentia, dove per un’ecografia addominale l’attesa è di 349 giorni: quasi un anno. Attese fuori scala, che spingono i cittadini (almeno quelli che possono permetterselo) verso la sanità privata. Addirittura impossibile prenotare telefonicamente una visita all’ospedale di Polistena: al Cup non risponde nessuno.
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La prenotazione con preavviso di 31 minuti. «Ma il paziente non aveva l'aereo»
Nuove testimonianze emergono dai commenti a un post social dell’ex consigliere regionale Graziano Di Natale.
Di Natale racconta la storia di un cittadino che ha provato a prenotare una risonanza magnetica: «Francesco è un ragazzo di Paola che prova ad effettuare la procedura di prenotazione di una risonanza magnetica tramite l’app del Cup Calabria – scrive l’ex consigliere regionale –. Dopo vari tentativi in cui appare la scritta “prestazione indisponibile” finalmente ci siamo». Il problema è che alle 10,59 del 22 marzo, l’unica possibilità per poter effettuare l’esame «è in una struttura privata (ovviamente) alle 11,30 dello stesso giorno, a Corigliano Rossano».
«Peccato che il nostro Francesco – ironizza Di Natale – non abbia l’aereo perché da Paola è difficile raggiungere Corigliano Rossano in 31 minuti».
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«Il Cup di Scalea ha sbagliato e io ci sono andata di mezzo»
Al netto dei mezzi di trasporto, il post ha generato dibattito e raccolto lamentele su altri disagi affrontati dai pazienti. «Dopo 4 anni – racconta una cittadina – sono riuscita a prenotare un appuntamento con un diabetologo. Premetto che ogni volta che vado al Cup mi dicono che le prenotazioni sono chiuse fino all’anno successivo e non c’è un appuntamento da Praia a mare a Reggio Calabria se non a pagamento. Finalmente il 13 febbraio parto da Amantea alle 6,30 per andare all’ospedale di Cetraro dove avevo appuntamento alle 8, quasi incredula di averlo avuto». Ottime premesse, purtroppo non mantenute: «Passa un quarto d'ora, poi un altro: intanto gli altri che avevano appuntamento dopo di me se ne vanno via tutti e io aspetto». Finisce, tanto per cambiare, in maniera surreale: «Alle 9.30 mi chiamano dal Cup di Scalea che c’era stato un errore e dovevo riprenotarmi. Cioè, loro avevano fatto l’errore e io ci sono andata di mezzo».
Il sistema che costringe a scegliere i privati «e passa la paura»
A qualcuno viene invece il dubbio che l’app abbia «un algoritmo strano: ogni volta che provo a prenotare una visita per mia mamma, che vive ad Aiello Calabro, quindi molto vicina al poliambulatorio di Amantea o all'ospedale di Paola, le prenotazioni disponibili che riporta l'app Cup Calabria sono da effettuarsi nelle strutture sella costa jonica e per arrivarci servono almeno due ore due ore di viaggio. Sarei curioso di sapere se chi si prenota da quelle parti trova la disponibilità nelle nostre strutture». E poi dal Tirreno prenotazioni «sempre e solo a Corigliano Rossano: sono penalizzati soprattutto gli anziani, e comunque andata e ritorno sono quasi duecentocinquanta chilometri».
Altro tratto distintivo delle prenotazioni: privilegiano le strutture private. In questo caso l’ironia è in uno dei commenti: «259 euro e passa la paura... vergognoso».