È stato recepito con dca, e quindi definitivamente approvato, l’accordo integrativo regionale, frutto delle trattative avviate e concluse la scorsa estate con i sindacati rappresentativi dei medici di medicina generale. Si tratta di un aggiornamento dell’ultimo accordo, risalente al 2018, con cui si prova a mettere mano ai servizi sanitari territoriali, in Calabria per la verità assai carenti.

Le aggregazioni funzionali territoriali

Il documento è stato oggi approvato, dopo il via libera ottenuto dai tavoli ministeriali che nei mesi scorsi avevano chiesto di apportare modifiche e integrazioni. Nello specifico, l’accordo si pone l’ambizioso obiettivo di riorganizzare l’assistenza primaria territoriale, innanzitutto attraverso la creazione di un nuovo modello di assistenza di prossimità, ovvero le aggregazioni funzionali territoriali.

Attualmente sono poco diffuse in Calabria, con una bassissima copertura della popolazione, e non riescono ad assicurare una effettiva presa in carico del paziente.

Limitare gli accessi in pronto soccorso

Gli altri obiettivi riguardano la gestione e il controllo di patologie acute e croniche per limitare il fenomeno degli accessi impropri al pronto soccorso; l’avvio di percorsi di prevenzione cardiovascolare, oncologica e il rafforzamento delle vaccinazioni, l’implementazione dell’assistenza domiciliare h24.

I medici di medicina generale avranno un ruolo di primo piano poiché coinvolti nell’assistenza territoriale ma chiamati a raggiungere precisi obiettivi che saranno anche oggetto di mirati controlli da parte del dipartimento Salute e Welfare della Cittadella ai fini della liquidazione di una quota del compenso.

In particolare, la sottoscrizione dell’accordo aveva all’epoca generato non poche polemiche per la prevista riorganizzazione delle postazioni di continuità assistenziale. Un servizio oggi assicurato a singhiozzo proprio a causa della mancanza di medici. La quasi totalità dei sindaci della provincia di Catanzaro si erano dichiarati contrari.

Cosa prevede l’accordo

Il nuovo accordo prevede infatti incentivi per favorire il ripopolamento del servizio: 15 euro in più all’ora, più o meno la stessa somma che sarà messa a disposizione dei medici che svolgono attività negli istituti penitenziari, altra area che sconta una grave carenza di camici bianchi.

Tuttavia, la riorganizzazione delle guardie mediche ci sarà. Ma l’argomento è già stato oggetto di chiarimenti da parte del dipartimento Salute e Welfare della Regione Calabria che ha assicurato come nessuna revisione avverrà prima dell’implementazione di nuovi modelli organizzativi. Si tratta in particolare delle case e degli ospedali di comunità che, almeno nei progetti, dovrebbero vedere la luce entro il 2026, proprio perché finanziati con fondi del Pnrr. Ma si tratta di strutture che in Calabria hanno accumulato un grave ritardo.