C’era una volta il valore della parola data, della stretta di mano, persino delle firme apposte in calce a un contratto.  Ed anche il giuramento di Ippocrate, che dettava almeno le linee etiche di comportamento da seguire per i medici. Come Rocco Di Leo, primario designato per il Pronto soccorso di Cosenza, rimasto in bilico fino a domenica quando ha diffuso alla stampa una sua dichiarazione in cui affermava senza remore: eccomi. Sono pronto per assumere il prestigioso incarico. Ma si sa.

La coerenza è una merce rara non solo tra la classe politica. Quello del professionista era più un gioco al rialzo. Così quando l’Azienda Sanitaria di Matera gli ha cucito addosso un posto da direttore per l’unità complessa di medicina interna e d’urgenza, costruita apposta per lui con il supporto dell’assessorato regionale alla salute della Basilicata, proprio per trattenerlo all’ospedale di Policoro, Di Leo si è rimangiato tutto.

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Resto in Lucania per motivi sentimentali, ha fatto sapere, ricordando vagamente il gran rifiuto del professor Eugenio Gaudio, che non accettò le funzioni di commissario straordinario della sanità calabrese perché la moglie non voleva vivere a Catanzaro. Di Leo è così riuscito nella impresa di rimediare una figura peggiore rispetto a quella del suo predecessore Domenico Lorenzo Urso, apparso solo alla cerimonia del taglio del nastro dei nuovi locali dell’emergenza urgenza dell’Annunziata, rigorosamente a favore di telecamera, per poi scomparire come un fantasma fino alle dimissioni rassegnate una manciata di giorni più tardi. L’Azienda Ospedaliera bandirà un nuovo concorso per individuare il nuovo primario, possibilmente inserendo tra i requisiti almeno un briciolo di serietà. Nel frattempo l’interim resta al direttore del dipartimento Pino Pasqua.