In servizio ce ne sono anche altri due ma con delle limitazioni. Piante organiche deficitarie, mancano pure infermieri. E il peggio deve ancora venire
Tutti gli articoli di Sanità
PHOTO
Una bomba ad orologeria prossima a deflagrare. Sembra essere questa la situazione in cui versa il pronto soccorso dell’ospedale Giannettasio di Corigliano Rossano, presidio su cui si riversa tutta l’emergenza-urgenza del territorio sibarita, con l’aggravante dell’overbooking estivo.
Nel caos | Pronto soccorso di Corigliano Rossano nel panico, 11 infermieri in malattia: turno coperto da un solo professionista
Dopo l’insurrezione di undici infermieri postisi in malattia agli inizi del mese, questa volta sono i medici a non poterne più dei carichi di lavoro. Ed allora capita che il medico che avrebbe dovuto dare il cambio oggi al suo collega del mattino, pare si sia presentato con alcune ore di ritardo.
Nei giorni scorsi, peraltro, i medici del pronto soccorso sono ulteriormente diminuiti perché il primario facente funzioni, Domenico Urso, pare abbia vinto un concorso e si sia trasferito in Puglia. Quasi impossibile, quindi, reggere le sorti di un reparto del genere con soli tre medici a pieno regime e due in servizio con delle limitazioni.
A Corigliano Rossano si respira, quindi, una situazione surreale ed incandescente, nel peggiore periodo dell’anno, non solo dal punto di vista climatico.
«I deficit nelle piante organiche infermieristiche – spiega a LaC News24 Fausto Sposato, presidente dell’ordine degli infermieri della provincia di Cosenza –si registrano un po’ ovunque e non solo a Corigliano Rossano. Gli elementi che aggravano la situazione sono tre: il personale mancante solitamente non viene sostituito, l’aumento degli accessi soprattutto nelle località turistiche ed i congedi per ferie. In Italia – sottolinea – ad oggi mancano 60mila infermieri ed è questo il vero problema. Proprio per calmierare la carenza di personale nello spoke di Corigliano Rossano nei giorni scorsi ho incontrato il direttore dell’Asp di Cosenza, Antonello Graziano. Il dirigente ha garantito che avrebbe attinto all’unica graduatoria a disposizione oggi in Calabria, che è quella dell’Asp di Crotone. Ma tra chiamate e attesa di risposte spesso passano anche sette-dieci giorni ed il tempo, inesorabilmente, passa».
Insomma, in riva allo Jonio non si respira una bella atmosfera considerando che il Giannettasioè reduce da anni di trincea, essendo l’unico presidio del nord-est calabrese contro il virus Sars-Cov-2. E purtroppo il “peggio” – leggasi agosto – deve ancora venire.