VIDEO | Continua l’attività dei comitati e dei cittadini che contestano il provvedimento della Regione. Tra le rivendicazioni anche il “No” al trasferimento del reparto di Chirurgia dall’ospedale di Paola. Una lotta che trova nuova forza nel pronunciamento dei giudici amministrativi che hanno bollato l’atto come «non operativo»
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Che nel dispositivo di riassetto dell’offerta sanitaria sul Tirreno cosentino, ci fossero delle anomalie, è stato chiaro a (quasi) tutti sin dal principio, addirittura da prima che fosse reso ufficiale. Emesso per volontà del commissario straordinario Roberto Occhiuto, sulla scorta di interlocuzioni con le varie aziende sanitarie del territorio, l’atto di riordino non potrà concretizzarsi a breve termine perché il Tribunale amministrativo regionale - organo cui si sono rivolti sia il comune di Paola (assistito dall’avvocato Francesco Grossi) che i cittadini riuniti nel comitato “per la difesa del diritto alla salute” (patrocinati dall’avvocato Paolo Perrone) - ne ha sospeso l’attuazione, in via cautelare, fino al prossimo ottobre.
Doccia fredda | Il Tar Calabria ipoteca il piano di riordino della rete ospedaliera: «Non può essere operativo»
«Il Piano di Riordino della rete ospedaliera non è applicabile, perché difetta dei pareri ministeriali», ha spiegato, a caldo, Graziano Di Natale, tra i leader del comitato promotore di uno dei ricorsi, «qualcuno abbia il coraggio non di chiedere scusa ma di continuare a stare in silenzio».
Le dichiarazioni dell’avvocato paolano, tra i più entusiasti per il risultato raggiunto, sono state l’ovvia prosecuzione di quanto già detto nel corso della serata precedente al pronunciamento dei giudici catanzaresi, quando attivisti e cittadini si sono ritrovati sul centralissimo Corso Roma, per un ultimo appuntamento pubblico prima della pausa estiva.
Un sit-in come altri ce ne sono stati a partire dallo scorso mese di febbraio, cioè da quando il comitato ha mosso i primi passi a difesa dell’ospedale cittadino, minacciato da quelle che all’epoca erano soltanto indiscrezioni sul possibile trasferimento del reparto di chirurgia da Paola a Cetraro, eventualità che però poi – col trascorrere del tempo – è divenuta amara realtà.
Nell’abbraccio del caldo agostano, malgrado l’atmosfera comiziale dell’evento, un discreto numero di cittadini si è assiepato dalle parti dell’ex Cinema Cilea – oggi divenuto slargo valorizzato con un prato di moquette e un murales tra i più grandi della città – per meglio assistere alla proiezione di filmati ed ascoltare gli interventi al microfono, al quale si sono alternati in tanti per testimoniare esperienze e gridare la propria contrarietà al “piano Occhiuto”. Applauditissimo l’intervento del responsabile della Pastorale per la Salute della Diocesi di Cosenza, don Sergio Locane, che ha testimoniato la vicinanza e la partecipazione dell’intera classe sacerdotale cittadina (insieme ai frati Minimi del Santuario già presente in forze ad una delle iniziative di protesta messe in atto nell’ultimo periodo).
La mobilitazione, come è stato spiegato dagli organizzatori, «è volta a salvaguardare il diritto alle cure dell’intero basso Tirreno cosentino, una popolazione di circa 80mila utenti che, con le ultime iniziative legali messe in campo, si spera di tutelare dai disagi che sicuramente verranno a crearsi dopo l’entrata in vigore del dispositivo commissariale»; contro il quale s’è addirittura allungato l’elenco delle firme apposte a margine di un esposto presentato in Procura sul finire della scorsa settimana, un’iniziativa che fa il paio col ricorso presentato e accolto, con un provvedimento cautelare emesso inaudita altera parte, dal Tar.
Benché sia stata attuata come forma di protesta apolitica, l’iniziativa del comitato per la difesa del diritto alla salute non ha ricevuto alcun sostegno da parte dell’amministrazione comunale cittadina, che per quanto rappresentativa di forze civiche senza riferimenti ufficiali ad alcun partito, è composta per tre quarti da esponenti legati a doppio filo con il centrodestra al governo della Regione, indisponibili a scendere in piazza contro le decisioni assunte a Germaneto (sede della Cittadella Regionale) e contrari alle strategie di lotta di Graziano Di Natale, che in quanto leader di uno dei movimenti a supporto del sindaco, ha annunciato il disimpegno del suo gruppo nei confronti della coalizione di governo, aprendo uno squarcio nella maggioranza che, dopo un solo anno di esperienza, si è già ridotta drasticamente nei numeri che la compongono. Situazione che fa presagire un imminente rimpasto di giunta, con tutte le conseguenze del caso.