Ci dev’essere un cortocircuito comunicativo fra la politica e la burocrazia della Cittadella. Altrimenti non si spiega la nota con la quale la presidente della commissione Sanità, Pasqualina Straface (Fi), interviene sulla vicenda degli specializzandi che hanno aderito alla manifestazione d’interesse della Regione del 25 agosto scorso.

Sono stati 370 a rispondere al bando, ma dopo cinque mesi nessuno di loro è stato ancora inserito in corsia. Oggi la Straface ci informa che «è strumentale far passare tale manifestazione di interesse, condotta a fini puramente esplorativi, come se fosse un concorso pubblico. Tutte le assunzioni del personale medico a tempo indeterminato avvengono attraverso l’espletamento di pubblici concorsi». L’affermazione, per la verità, ci lascia un po’ basiti perché nel bando c’è scritto esattamente il contrario. Citiamo testualmente: “Ad esito della procedura di cui al presente avviso, gli elenchi dei partecipanti saranno resi disponibili dal Dipartimento “Tutela della Salute e Servizi Socio Sanitari” alle Aziende del servizio sanitario regionale interessate all’avvio di procedure concorsuali ex art. 1, c. 547 e seguenti della legge 145/2018, nel rispetto dell'accordo quadro relativo alle modalità di svolgimento della formazione per l'assunzione a tempo determinato degli specializzandi(22A02514) (GU Serie Generale n.92 del 20-04-2022), con successiva assunzione a tempo indeterminato al momento del conseguimento del titolo di specializzazione”. La consigliere forzista invece ci informa che non è così. Non solo ma nella sua nota c’è anche un’altra amara sorpresa per chi ha risposto all’avviso.

«I medici in formazione specialistica - precisa - possono partecipare ai concorsi pubblici solo presso le strutture sanitarie che fanno parte della rete formativa di un ateneo ai sensi del decreto interministeriale 402/2017. Detto decreto sancisce i requisiti che una struttura sanitaria debba possedere per entrare a far parte della rete formativa di una Università, ossia prestabiliti volumi assistenziali. In mancanza di tali requisiti non è possibile procedere all’assunzione dei medici specializzandi. Per tale ragione la Regione - utilizzando anche le informazioni ricevute grazie all’avviso pubblico fatto per gli specializzandi - sta lavorando per accreditare più presidi ospedalieri della Calabria nella rete formativa, proprio al fine di poter accogliere specializzandi che altrimenti non potrebbero essere assunti».

Anche questa risulta una novità, non solo a noi ma evidentemente anche ai funzionari che hanno scritto il bando. Nella domanda, infatti, allegata si dà addirittura la possibilità allo specializzando di scegliere la struttura dove preferirebbe lavorare. Nel modulo c’è scritto che lo specializzando “manifesta Il proprio interesse alla procedura in oggetto e dichiara di essere disponibile a prestare la propria attività presso le seguenti strutture del Servizio Sanitario” e segue l’elenco praticamente di tutte le aziende sanitarie e ospedaliere calabresi. Se queste però non fanno parte della rete formativa perché sono state inserite in elenco? In questi cinque mesi a cosa ha portato l’attività della Regione? Quante strutture sono state accreditate in questo arco temporale? Se non c’era la possibilità di inserimento quali fini aveva il bando? E come hanno fatto le altre Regioni ad assorbire numeri così elevati di specializzandi? Davvero la Lombardia ha un numero di strutture formative accreditate così elevato da assorbire 966 specializzandi? E che dire dell’Emilia Romagna che ne ha assunti oltre mille?

Insomma i dubbi restano. La Straface invece la butta in politica. «Forse chi si lamenta  - scrive - rimpiange i vecchi commissari alla sanità, quelli catapultati da Roma senza avere alcuna competenza né riconoscimento politico. Forse qualcuno a sinistra rimpiange Cotticelli, commissario nominato dal ministro del Movimento 5 Stelle Giulia Grillo - con il vivo interessamento dell’ex senatore Morra -, personaggio per il quale il Paese ci ride ancora dietro. Con il presidente Roberto Occhiuto alla guida della sanità abbiamo avuto un cambio di passo senza precedenti, con una mole di lavoro che sta già portando importanti frutti. Ha fatto più Occhiuto in 12 mesi che vecchi commissari in 12 anni. E questa affermazione non teme smentite». È proprio così e nessuno si sogna di smentirla ma il problema della carenza dei medici è grave come dimostrano le parole del ministro alla Salute Orazio Schillaci ieri al question time della Camera. Sul tema quindi servirebbe uno sforzo in più da parte della Regione e soprattutto chiarezza sul percorso.