Dubbi sull’affidamento alla società che “affitta” i professionisti, sul controllo del lavoro svolto e sui costi: tutti i rilievi nel dossier dell’Anac. Turni effettuati soltanto a Polistena: a Locri i camici bianchi non si sarebbero mai fatti vedere
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Criticità sull’affidamento, poca chiarezza su durata e entità del servizio, mancanza di prove sull’effettivo controllo del lavoro svolto: c’è anche il contratto per i medici “a gettone” in forza agli ospedali di Locri e Polistena, tra i rilievi finiti nella relazione annuale dell’autorità anticorruzione presentata nei giorni scorsi alle Camere dal presidente di Anac Giuseppe Busia.
Un contratto (arrivato dopo una gara andata deserta) con la formula dell’affidamento in somma urgenza tra l’Asp di Reggio e la Gap Med (società di professionisti che “affitta” i propri membri alle strutture in difficoltà e che a quella gara ha dichiarato di non avere nemmeno partecipato) riguardo la copertura dei turni nei reparti nevralgici degli ospedali Spoke di Polistena e Locri. Una storia complicata che l’Anac ricostruisce punto per punto.
Siamo nell’estate del 2022, i medici cubati importati in Italia in soccorso della derelitta sanità calabrese arriveranno solo nel febbraio successivo, e gli unici due ospedali a garanzia della saluta pubblica nella Locride e nella Piana di Gioia Tauro, arrancano sotto il peso di una pianta organica assolutamente inadeguata. Per sanare il sanabile e coprire i turni nei reparti di anestesia e rianimazione, medicina e chirurgia e pronto soccorso nei due ospedali, nel luglio del 2022 l’Asp reggina pubblica un avviso esplorativo che riceve due manifestazioni d’interesse che però non si concretizzeranno. Passano pochi giorni, siamo ormai ad agosto, e l’Asp «con verbale di somma urgenza affidava alla Gap la copertura di 196 turni complessivi di 12 ore ciascuno di medico anestesista e di 170 turni da 12 ore ciascuno di medico di medicina d’urgenza».
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Un contratto salato che prevede per le casse dell’Asp una spesa, da preventivo, di 1800 euro per ogni turno di 12 ore (quindi 150 euro ogni ora di lavoro) e 800 euro per le 12 ore di reperibilità per il servizio di medico anestesista, e di 1620 per ogni turno di 12 ore (135 euro per ora lavorata) ed un importo di 600 euro per le 12 ore di reperibilità per il servizio di medicina d’urgenza. Totale della spesa: 134 mila euro per 180 ore in pronto soccorso e 732 ore in anestesia e rianimazione con fine del servizio fissato al 30 settembre. Dati che non coincidono con quelli della società privata che invece invia fattura per 190 mila euro, affermando che il servizio si è protratto fino al 15 ottobre. Una discrepanza notevole che ha portato l’Asp, in attesa del parere di contiguità della stessa Anac, a saldare solo la metà delle fatture.
Una storia ingarbugliata su cui l’autorità anti corruzione ha annotato numerosi rilievi. A partire dalla decisione del commissario all’Asp reggina di optare per l’affidamento del servizio in somma urgenza: «Pur comprendendo la necessità di garantire la continuazione del servizio a tutela della salute pubblica – si legge nel documento – in base alle motivazioni contenute nel verbale sembra piuttosto che l’urgenza, anziché derivare da fatti imprevisti e imprevedibili, non imputabili all’amministrazione, derivi sostanzialmente da circostanze legate alla carenza di dotazione, nell’organico della Asp, di medici con profilo professionale idoneo alle mansioni da svolgere e, dunque, presumibilmente da correlare a carenze previsionali/programmazione, sostanzianti inefficienze strutturali e organizzative della stessa amministrazione».
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Tra le numerose criticità sottolineate dall’autorità anticorruzione c’è poi il fatto che i camici bianchi a gettone, a Locri, non si sarebbero mai fatti vedere, effettuando i turni previsti solo nel nosocomio di Santa Maria degli Ungheresi a Polistena.
Un pasticcio maturato sull’onda di un emergenza medici che neanche l’arrivo dei sanitari cubani e i (pochi) concorsi andati a buon fine ha ancora risolto, e su cui Anac ha puntato la propria attenzione sottolineando come «l’affidamento del servizio di copertura dei turni di personale medico risulta caratterizzato da profili di anomalia e criticità», e evidenziando come «non vi siano evidenze documentali in merito ad un’adeguata attività di controllo da parte della Asp di Reggio Calabria, sulla regolare esecuzione del servizio» e sottolineando come «le dichiarazioni dell’Asp circa la durata e l’entità del servizio in concreto svolto non risultano conformi a quanto dichiarato e documentato nel corso dell’istruttoria dalla società affidataria».