È più complicata del previsto la vicenda degli specializzandi da assumere nelle strutture del servizio sanitario calabrese. Dalla Regione dicono che la manifestazione d’interesse aveva solo finalità esplorative per capire quanti fossero gli specializzandi disposti a lavorare in Calabria e in quale strutture. Qualcosa di simile a un sondaggio, insomma, più che un reclutamento.

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Il problema pare essere che in Calabria non ci sono molte strutture sanitarie inserite nella rete formativa. Per cui dalla Cittadella adesso stanno facendo una mappatura delle adesioni giunte in base all’avviso del 25 agosto scorso e stanno valutando, in base alle richieste pervenute, quali saranno le strutture ad essere inserite nella rete formativa e in particolare quante strutture del territorio esprimono volumi assistenziali compatibili con l'estensione di una rete formativa delle diverse scuole di specializzazione.

Ci vorrà marzo, però, perché è in quella data che gli atenei aggiornano la loro offerta. Subito dopo si partirà con i concorsi. Nella speranza, ovviamente, che dopo tutti questi mesi chi ha aderito alla manifestazione d’interesse sia ancora disponibile. Nel frattempo ci dovremmo accontentare dei medici cubani. I primi prenderanno servizio nei nostri ospedali dalla prossima settimana

Ma sugli specializzandi ieri è intervenuta anche l'Anaao Assomed, sindacato di categoria dei medici, che ha puntato l’indice contro l’università Magna Grecia di Catanzaro. Come ci spiega il presidente nazionale, Pierino Di Silverio, l’ateneo starebbe bloccando l’accesso degli specializzandi alle strutture sanitarie regionali.

«Io penso che il presidente Occhiuto stia facendo di tutto per risollevare le sorti della sanità calabrese - spiega - Con lui abbiamo avuto sempre un confronto molto proficuo. È stata nostra l’idea di pubblicare la manifestazione d’interesse per gli specializzandi. Ha accolto anche la nostra richiesta di prevedere, con una legge regionale, prestazioni aggiuntive per i turni extralavorativi nei Pronto Soccorso. Lo ha fatto sapendo di correre il rischio che quella legge venisse poi bocciata dal tavolo interministeriale di controllo perché la Calabria è in piano di rientro. Adesso mi sembra assurdo che tutto venga bloccato dall’università di Catanzaro».

Secondo il sindacato, al di là della manifestazione d’interesse, ci sono anche diversi specializzandi risultati vincitori di concorsi pubblici. Il Decreto Calabria ha infatti aperto anche a chi non ha terminato il corso di studi di partecipare a patto che sia almeno al terzo anno di specializzazione. Unico requisito richiesto è il nulla osta degli atenei di appartenenza. A quel punto, però, sempre secondo l’Anaao Assomed, da Catanzaro non starebbe arrivando il via libera per far arrivare questi ragazzi nei reparti.

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Perché?  «Primo - dice il presidente nazionale Anaao Assomed Di Silverio - perché lo specializzando è spesso un tappa buchi, secondo perché c’è chi vuole avere il monopolio della formazione degli specializzandi ma qui non ci sono in gioco baronie, c’è in gioco la salute dei cittadini e la qualità dell’assistenza in una regione come la Calabria che ha un drammatico bisogno di camici bianchi. Ogni giorno ricevo telefonate di ragazzi che sono pronti ad andare a lavorare nelle corsie e non ottengono il nulla osta da parte del loro ateneo. Ricordiamo ancora una volta al Rettore della UMG di Catanzaro che permettere agli specializzandi vincitori di concorso di poter entrare in ospedale è un diritto del medico in formazione oltre che un dovere etico del formatore, e ricordiamo al rettore che l’Università non è proprietaria indiscussa dei medici in formazione, patrimonio invece del sistema sanitario italiano pubblico. Perseverando con atteggiamenti baronali e ottusi - conclude - sarà difficile salvare il nostro sistema di cure pubblico».

E l’Anaao su questo punto non ha alcuna intenzione di scherzare al punto che ha presentato formale denuncia ai Ministri dell’Università e della Salute e all’Osservatorio nazionale chiedendo un immediato intervento.
Insomma la soluzione al reclutamento dei medici appare sempre più complicata almeno fin quando il ministro della Salute, Schillaci, non riuscirà, come ha promesso l’altro giorno alla Camera, di trovare le risorse necessarie per superare il blocco del turn over in sanità.