«Si è letto sui giornali, in questa ultima settimana, di alcuni problemi relativi all'assunzione di personale nell'Azienda ospedaliera di Reggio Calabria, la più grande esistente in provincia e considerata una delle più importanti in Calabria. Un'Azienda, quella reggina, che ha sempre funzionato in maniera ottimale fornendo dei servizi di altissimo livello. Una penalizzazione, almeno così sembra, legata al piano di rientro e soprattutto a delle richieste fatte dall'Azienda per nuove assunzioni, paradossalmente proprio perché in attivo di bilancio. Ed ecco che, anziché essere premiata con nuove assunzioni viene punita, nel senso che vengono garantite soltanto, e non si sa quando, le sostituzioni di coloro che sono andati in pensione».

È quanto si legge in una nota del Consiglio dell'Ordine dei Medici.

«Ospedale depauperato»

«Questa decisione – prosegue – non fa che aumentare i problemi per molti pazienti che a causa della carenza di personale medico infermieristico ed ausiliario, non possono essere assistiti in maniera ottimale, sia nei reparti di medicina e sia soprattutto nelle sale operatorie dove, pur esistendo strumenti di altissimo livello tecnologico (come il robot Da Vinci unico in Calabria), gli stessi vengono sottoutilizzati proprio per la carenza di personale ad esso dedicato. Per tale motivo, pur esistendo nel nostro ospedale professionalità di altissimo livello, le stesse possono lavorare a ritmi ridotti per cui le liste di attesa per gli interventi chirurgici si sono notevolmente allungate. Insomma, un ospedale depauperato di tutte quelle figure professionali necessarie ad offrire una assistenza adeguata. Un grave rischio per la salute dei cittadini anche perché oggi diverse malattie si sono trasformate in cronico-degenerative e lo stesso Covid ha messo in evidenza la carenza dei posti letto per cui è necessario ampliare, rinforzare l'Azienda adeguandola alle reali necessità. Tutto questo comporta una maggiore emigrazione sanitaria da parte dei pazienti reggini e della provincia che si somma a quella già esistente».

Problemi accentuati

«Difficoltà peraltro – continua – accentuate per il problema del covid che limita in un certo senso le cure ai cittadini che si trovano così confusi e disorientati anche rispetto alla decisione di curarsi fuori regione. Ed ovviamente si rivolgono all'Ordine dei medici, lamentandosi di questa situazione e dei grandi disagi che patiscono. Tutto ciò ovviamente comporta dei problemi che si ritorcono contro gli stessi medici (le cronache cittadine testimoniano diversi 'inconvenienti' patiti dagli utenti), che si ritrovano in prima linea a combattere con queste difficoltà e addirittura vengono ritenuti responsabili in prima persona di questi disservizi che invece devono essere addebitati ai succitati problemi organizzativi. E questo non va assolutamente bene».

Situazione da risolvere

«Invitiamo, quindi – aggiungono –, coloro che si occupano di questa incresciosa situazione a risolverla al più presto perché per la città di Reggio, e non solo, è essenziale che l'azienda ospedaliera eroghi i migliori servizi possibili ai nostri concittadini. L'Ordine dei medici ribadisce come la tutela della salute pubblica sia un bene prezioso che viene prima di ogni altra cosa. I tatticismi ragionieristici lasciano il tempo che trovano. E tra l'altro, come si legge sui giornali, non si tratta di grandi cifre ma di cavilli tecnici che rischiano di distruggere un ospedale che è un fiore all'occhiello della sanità calabrese. L'Ordine dei medici si è già complimentato con l'Azienda ospedaliera per il piano anticovid che ci ha consentito di restare fuori da grandi problemi, ma le preoccupazioni restano intatte perché non ci sono soltanto i malati di Covid ma anche quelli con altre patologie altrettanto gravi che non devono essere trascurati».

 

«È necessario – prosegue la nota – che l'ospedale torni ad essere ancora più efficiente di quanto lo era prima perché è inammissibile che a causa della pandemia si trascurino tutte le altre patologie. Chiediamo a chi di competenza di fare in modo tale che almeno il piano di fabbisogno dell'Azienda, così come tutte le richieste della sanità regionale vengano soddisfatte, perché alla fine si tratta di salvare vite umane».