«Le carenze del personale ci sono ma l’azienda sta facendo di tutto per sopperire a queste necessità. Per quanto riguarda la mia unità operativa, l’azienda ha effettuato un concorso nel 2018 e un altro nel 2022 ma entrambi non hanno dato esito positivo. Esiste una carenza strutturale di medici, di chirurghi toracici, di medici in generale ma, soprattutto, di super specialisti». È questo il quadro tracciato dal primario del reparto di chirurgia toracica del Gom Baldo Mondello. 

Concorsi deserti e personale dimezzato

L’emergenza legata alla carenza di personale non ha risparmiato in questi anni il Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria che, esattamente come l’Asp, ha visto andare in fumo diversi dei concorsi espletati. «Sono in pochi che si presentano ma penso che sia un fatto generale di tutta l’Italia. L’azienda ha realizzato dei bandi sia a tempo determinato sia di concorsi a tempo indeterminato che sono andati quasi deserti per cui io ho tre soli dirigenti medici quando dovrei averne sei e se non fosse intervenuto il primario della chirurgia generale nonché direttore sanitario, il dottore Costarella, che mi aiuta con i suoi medici sia in sala operatoria ma, soprattutto, nelle reperibilità, la mia unità operativa non ci sarebbe stata più».

Sale operatorie chiuse

Con il personale dimezzato anche le sale operatore rimangono chiuse e da otto disponibili solo due vengono utilizzate. Nonostante questo, l’attività non si ferma e le emergenze continuano ad essere garantite come la rimozione di un ago ingerito da un ragazzino che ha visto mobilitare un’équipe intera. «Abbiamo rimosso un corpo esterno ma di questo tipo, di questa grandezza e anche di questa forma è un fatto insolito. Devo dire che la macchina organizzativa della nostra azienda ha funzionato perfettamente e il ragazzo è stato salvato grazie all’intervento tempestivo fin dal primo contatto. È stato sicuramente un intervento delicato perché proprio per la posizione e la forma dell’ago, il ragazzino che aveva una tosse quasi continua, poteva perforare dei vasi molto importanti rischiando la vita. Abbiamo, inoltre, per fortuna recuperato le liste d’attesa che si sono accumulate durante l’emergenza del Covid che, però, è ancora presente».