Rientrano le dimissioni di Vincenzo Amodeo, primario ad interim di quello che resta del reparto di cardiologia nell’ospedale spoke di Locri, passato, denunciano i comitati di cittadini, da un organico di 17 medici del 2011 agli attuali sei camici bianchi. Nella giornata di lunedì, nelle stanze della direzione sanitaria del nosocomio, sono stati tanti gli incontri tra il medico dimissionario – primario a Polistena e contemporaneamente chiamato a Locri al capezzale di un reparto più che ridimensionato negli ultimi anni – i suoi colleghi di cardiologia, e la dirigenza locrese e dell’Asp reggina.

Al centro delle riunioni di lunedì, le accuse pesantissime lanciate da Amodeo che, nella sua lettera di rinuncia all’incarico, aveva sottolineato come fosse «del tutto inutile ed infruttuoso ogni sacrificio da parte dello scrivente e dei medici in forza all’ospedale di Polistena» rinunciando «a perseverare in questa missione impossibile» e declinando «ogni responsabilità sul futuro andamento dell’assistenza cardiologica sul territorio». Ma se le dimissioni sono rientrate, sul piatto restano i problemi che hanno spinto il primario ad interim ad abbandonare l’incarico, con la quasi totalità dei medici del reparto che avrebbero disertato i percorsi di formazione disposti dal dirigente, rifiutandosi poi di presenziare ad alcune attività ambulatoriali che attualmente sono effettuate “in trasferta” da un medico di Polistena. «Stiamo lavorando per cercare di risolvere questa situazione – dice a LaC il direttore generale dell’Asp, Lucia Di Furia – speriamo di venirne a capo già nelle prossime ore».

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La rinuncia all’incarico presentata dal primario di cardiologia è solo l’ultima, in ordine di tempo, che riguarda il derelitto ospedale di Locri, dove le dimissioni dei medici coordinatori non sono certo una novità. L’anno scorso era stato infatti il turno del primario del reparto di ortopedia, Fulvio Furci. Il medico, operativo nell’ospedale di Polistena, aveva vinto un concorso interno dell’Asp, indetto nel 2017 e concluso, dopo un iter elefantiaco, solo nel 2022, cinque anni più tardi, rinunciando però all’incarico appena una manciata di giorni dopo il suo insediamento tra le corsie del nosocomio di contrada Verga. A nulla valsero, in quella occasione, i tentativi di fare recedere l’ortopedico dalla sua decisione: Furci si trincerò dietro «i motivi di famiglia» e rimase in forza all’ospedale di Polistena come medico ordinario e il posto da primario a Locri finì, dopo una montagna di polemiche, al secondo candidato risultato vincitore, che nello stesso reparto aveva svolto fino ad allora il ruolo di primario facente funzioni e che finì invischiato, poche settimane dopo, in un’inchiesta della magistratura.

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Ad “alleggerire” il numero di dottori attualmente in forza all’ospedale locrese, ci hanno pensato infatti anche i giudici che, con l’operazione “Sua sanità” – la Procura di Locri ha chiuso le indagini nei giorni scorsi, atto che generalmente precede la richiesta di rinvio a giudizio – hanno scoperchiato una serie di presunte truffe che, dicono le carte dell’inchiesta, avevano ridotto buona parte dell’ospedale ad un mercato in cui comprare certificati addomesticati. Tre medici (primario compreso) in psichiatria, considerata epicentro dell’intera indagine, uno in medicina fisica e riabilitazione, uno in medicina generale e uno, il responsabile del reparto, in ortopedia furono bloccati a vario titolo nel primo troncone dell’indagine. A cui si aggiunsero altri sei medici – in forza sia a Locri che a Melito – nel secondo troncone.

Le dimissioni di Amodeo sarebbero state comunque solo la punta dell’iceberg rispetto alla carenza di camici bianchi all’interno dell’ospedale di Locri, unico presidio sanitario sulla costa jonica tra Melito e Soverato. E se certamente bene hanno fatto i 16 medici cubani sbarcati l’anno scorso a Locri in supporto ad una pianta organica più che inadeguata, ancora non si hanno notizie certe rispetto all’iter dei numerosi concorsi indetti dall’Asp e non ancora conclusi.